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 Qualità;
Solo Miele Prodotto in Italia
 
di Matteo Pagnucco
 
Ancora una volta abbiamo la prova, provata, che chi sceglie il “Sigillo di Qualità” Melitense realizza un prodotto che arriva al consumatore con tutte le Garanzie richieste dal mercato. Una strada indispensabile per far crescere il consumo del “biondo alimento”. Il miele analizzato è di castagno e proviene dall’apicoltura di Eugenio Casini di Amatrice (RI)
 
Allo scopo di fornire un giudizio di salubrità, i Laboratori LEOCHIMICA hanno analizzato il miele di castagno prodotto in Italia con il sigillo “Solo Miele Italiano” utilizzando un metodo multiclasse/multiresiduo, accreditato secondo la Norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005, capace di rilevare e quantificare contemporaneamente con tecnica LC-MS/MS i sulfamidici; le tetracicline e metaboliti; la tilosina; la lincomicina; l’eritromicina; il trimetoprim e i composti chinolonici a livelli di concentrazione che soddisfano i requisiti normativi.
Le sostanze farmacologicamente attive sono state ricercate, in conformità a quanto previsto dal Piano Nazionale Residui 2011 al fine di svelare i casi di somministrazione illecita di sostanze vietate e di somministrazione abusiva di sostanze autorizzate a livello del processo di allevamento degli animali e di prima trasformazione dei prodotti di origine animale.
Sulla base dei dati ottenuti il miele analizzato è risultato conforme a quanto previsto nel Piano nazionale Residui (PNR) 2011 del Ministero della Salute, che fissa un limiti di azione, pari a 5 µg/kg, per le tetracicline, i sulfamidici ed i macrolidi (tilosina) nel miele e conforme anche a quanto previsto nel Regolamento CEE/UE n° 37 del 22/12/2009, relativamente alla matrice miele.
Infatti, non è stata rilevata la presenza di sulfamidici (sulfacloropiridazina; sulfadiazina; sulfadimetossina; sulfamerazina; sulfametazina; sulfametossipiridazina; sulfapiridina; sulfatiazolo; sulfabenzamide; sulfacetamide; sulfadoxina; sulfafenazolo; sulfameter; sulfametizolo; sulfametossazolo; sulfamo- nometoxin, sulfisoxazolo), di tilosina; di tetracicline (tetraciclina; clorotetraciclina; ossitetraciclina), di chinoloni (ciprofloxacina; norfloxacina, enoxacina; lomefloxacina, levofloxacina, ofloxacina; sparfloxacina; difloxacina; sarafloxacina; enrofloxacina; danofloxacina), di eritromicina; di lincomicina; di trimetoprim; per i quali il metodo multiclasse/multiresiduo presenta un limite di rilevabilità di 1 µg/kg, e di metaboliti delle tetracicline (4-epiossitetraciclina, 4-epitetraciclina, 4-epiclortetraciclina, 4-epianidrotetraciclina) aventi limite di rilevabilità pari a 5 µg/kg.
La conformità del miele è stata accertata anche dall’analisi del cloramfenicolo, che viene eseguita tramite una rilevazione dedicata in LC/MS-MS su un campione estratto e purificato con il metodo multiclasse/multiresiduo utilizzato per le altre sostanze farmacologicamente attive.
Nel campione in esame non è stato rilevato il cloramfenicolo (risultato ottenuto <0.3µg/kg) per il quale il Piano Nazionale Residui 2011 fissa solo un limite minimo di rendimento (pari a 0,3µg/kg) che è rispettato dal metodo utilizzato. Per completare il giudizio di salubrità, nel miele in esame sono stati ricercati gli aminoglicosidi (streptomicina) con un metodo, anch’esso accreditato secondo la Norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005. Tale metodo prevede l’analisi con tecnica LC/MS-MS e presenta un limite di rilevabilità di 2.5µg/kg. Non è stata rilevata la presenza di streptomicina nel campione pertanto il miele analizzato rispetta il limite d’azione fissato (5µg/kg) dal ministero della Salute nel Piano nazionale Residui del 2011.
Ulteriore prova di salubrità del miele è stata dimostrata con la ricerca del Cumafos e Amitraz e Metaboliti cont. 2,4-DMA con metodo GC/MS avente limite di rilevabilità pari a 0.01mg/kg.  Il miele analizzato è risultato conforme al Regolamento CEE/UE n° 37 del 22/12/2009, che fissa un Limite massimo residui (LMR) di 200µg/kg per l’Amitraz e Metaboliti cont. 2,4-DMA e di 100µg/kg per il Cumafos, in quanto non è stata rilevata la presenza dei 2 principi attivi.
Per concludere, possiamo affermare che il miele in esame rispetta anche le caratteristiche di freschezza in quanto non è stata rilevata la presenza di 5-idrossi-metilfurfurale (HMF).
E pensare che la data di produzione
del miele in oggetto risale al 2009. Infatti, l’HMF nel prodotto fresco è contenuto in quantità minime, ma aumenta lentamente nel prodotto conservato e rapidamente in quello sottoposto a trattamento termico.
Quindi un eccessivo invecchiamento del miele o un uso improprio del calore, ad esempio durante la pastorizzazione o la liquefazione del miele, possono essere rilevati attraverso la determinazione di questo parametro. Per comprendere a fondo il valore di tale parametro è bene ricordare che il D.Lgs. Governo n° 179, del 21/05/2004 “Attuazione della direttiva 2001/110/CE concernente la produzione e la commercializzazione del miele” prevede che il miele immesso sul mercato in quanto tale o utilizzato in prodotti destinati al consumo umano presenti, in genere, un contenuto di HMF non superiore a 40 mg/kg.
La metodica analitica utilizzata da Leochimica per la determinazione del contenuto di HMF è quella pubblicata nel DM 25/07/2003 GU n. 185 11/08/2003 ed è accreditata secondo la Norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005, presenta un limite di rilevabilità di 1.5 mg/kg e prevede l’utilizzo dell’HPLC con rilevatore di tipo UV. Sulla base dei dati ottenuti si può affermare che il miele analizzato soddisfa i requisiti di salubrità e freschezza previsti dalla legislazione italiana. A completezza delle analisi si è voluto verificare l’origine geografica del prodotto, è stata dunque eseguita l’analisi melissopalinologica dal Laboratorio di Analisi “la Mieleria sas” della dottoressa Rossana Bonfitto, confermando l’origine italiana del miele.
 
 
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Eugenio Casini




 
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© Apitalia - Tutti i diritti riservati
Scritto in data 15/07/2011 da Matteo Pagnucco
Leochimica
 
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