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 Patologia
Aethina tumida, questo nuovo sconosciuto (e poco studiato) nemico delle api
 
di Luca Tufano
 
I coleotteri sono stati trasportati probabilmente attraverso il commercio di api o il nomadismo degli alveari, tuttavia gli esemplari adulti sono in grado di viaggiare volando per diversi chilometri e con voli di lunga durata. Quindi da un focolaio di infestazione originario, SHB può raggiungere altre zone grazie al proprio volo solitario e muoversi indipendentemente dalla movimentazione di materiali apistici. Questo è un dato importante che deve far riflettere sull’importanza di ispezioni accurate e approfondite degli alveari presenti in aree sospette o limitrofe ai Comuni in cui SHB è stato rilevato
 
Il piccolo scarabeo dell’alveare Aethina tumida (SHB) è un parassita invasivo degli alveari originario del sud del Sahara. Questi coleotteri abitano in quasi tutte le colonie d’api presenti nell’area d’origine, procurando lievi danni in quelle zone, tanto che solo raramente vengono considerati un serio pericolo nelle regioni natìe.
Dal Sud del Sahara, SHB si è diffuso in diverse aree del mondo (USA, Australia, Canada, Portogallo - qui arrivò nel 2004 ma fu tempestivamente eradicato -, Messico, Egitto). Non è accertato, benché si siano fatte diverse ipotesi, come questo parassita sia arrivato negli Stati Uniti d’America. Già nel 1998 furono scoperti in Florida i primi alveari seriamente danneggiati e da allora A. tumida si è diffusa in più di 30 Stati americani e risulta, a oggi, particolarmente presente nel Sud-est del Paese. I coleotteri sono stati trasportati, probabilmente, attraverso il commercio di api o il nomadismo degli alveari, tuttavia gli esemplari adulti sono in grado di viaggiare volando per diversi chilometri e con voli di lunga durata. Quindi da un focolaio di infestazione originario, SHB può raggiungere altre zone grazie al proprio volo solitario e muoversi indipendentemente dalla movimentazione di materiali apistici. Questo è un dato importante che deve far riflettere sull’importanza di ispezioni accurate e approfondite degli alveari presenti in aree sospette o limitrofe ai Comuni in cui SHB è stato rilevato, al fine di evitare la rapida proliferazione e diffusione del coleottero. Ciò implica la denuncia alle autorità competenti (Asl locale) che applicheranno le misure stabilite dai protocolli di intervento.
Negli USA, i piccoli coleotteri dell’alveare (piccoli di nome, grandi nei danni che producono) sono considerati parassiti opportunisti e provocano danni considerevoli solo in colonie già stressate o indebolite da altri fattori biotici e abiotici. Tuttavia l’infestazione di uno o più alveari deboli in un apiario in condizioni medie di buona salute, può provocare in breve tempo danni anche alle colonie più forti in particolari momenti di stress e aumento della popolazione del coleottero. In Florida, inoltre, è stato osservato come SHB sia in grado di adattarsi a situazioni notevolmente diverse rispetto alle zone d’origine, dimostrando di essere una grave avversità per le api anche in ragione dei suoi adattamenti comportamentali.
A differenza delle sotto-specie di Apis mellifera presenti nelle zone d’origine di A. tumida, che rivelano minore suscettibilità per effetto di una possibile co-evoluzione con il coleottero, le sotto-specie di Apis mellifera presenti negli USA non sembrano in grado di sopportare la pressione di popolazioni numerose di SHB.
Contestualmente, colonie popolose di SHB sono in grado di deporre grandi quantità di uova, uova che si sviluppano rapidamente e comportano la distruzione in breve tempo di favi non difesi dagli adulti di api. Non è stata stabilita al momento una soglia di rischio quantitativa per la popolazione di SHB e la sua capacità di devastazione di una colonia d’api è collegata a numerosi fattori (forza e stato di salute generale degli alveari principalmente). Mantenendo colonie popolose di api così come riducendo il numero di coleotteri adulti, si riesce a contenere, secondo l’University of Arkansas, la capacità riproduttiva potenziale di A. tumida.

DESCRIZIONE
Gli adulti di SHB sono lunghi 5-7 mm, di forma oblunga o ovale, colore bruno-rossastro, marrone scuro o nero, coperti di peli fini, ma le loro dimensioni e l’aspetto possono variare notevolmente all’interno di una popolazione. Gli adulti sono facilmente riconoscibili per la particolare forma delle antenne, con terminazioni allargate, ma molto spesso questi individui si presentano negli alveari con la testa nascosta sotto il torace, in modo che le antenne e le zampe non possano essere notate.
Le larve sono allungate, color crema o leggermente dorate, con una lunghezza che può arrivare ai 10-12 mm. Possono essere scambiate per giovani larve della molto diffusa tarma della cera (Galleria mellonella), lepidottero con cui A. tumida può convivere nello stesso alveare. I due tipi di larve si possono differenziare per la morfologia.
Le larve di A. tumida hanno tre paia di zampe ben sviluppate vicino all’estremità anteriore, mentre le larve di tarma della cera hanno tre paia di zampe meno evidenti nella parte anteriore e quattro paia ben sviluppate nella parte posteriore.
La differenza più evidente è costituita dalla presenza nelle larve di SHB di numerose spine dorsali, assenti nelle larve di Galleria mellonella. Gli adulti di A. mellifera non sono in grado di rimuovere efficacemente i coleotteri adulti dall’alveare anche in ragione del fatto che i gusci di SHB sono resistenti alle punture d’ape. Sono stati, comunque, osservati comportamenti difensivi delle api, come riconoscimento e inseguimento sui favi degli adulti di SHB, e per tale ragione i coleotteri tendono a cercare crepe e fessure nei favi per sfuggire alle api. A. tumida ha sviluppato delle abilità che le consentono di stimolare con le proprie antenne l’apparato boccale delle api operaie, sottraendo in questo modo del nutrimento e ingannando così le api guardiane. Questo comportamento permette agli adulti di SHB di sopravvivere nell’alveare per lunghi periodi (Ellis e colleghi, 2002), eludendo le difese. La popolazione di SHB aumenta rapidamente per effetto della debolezza della colonia d’api, ma anche fattori naturali, come la sciamatura, che comporta una diminuzione della popolazione d’api, possono creare le condizioni per una difesa insufficiente.
I nuclei di fecondazione utilizzati negli allevamenti di regine sono particolarmente suscettibili ad A. tumida. Negli USA è stato, inoltre, osservato che il candito proteico risulta attrattivo e costituisce una fonte di cibo per il coleottero, aumentando così l’infestazione di SHB. Sia le larve che gli adulti di A. tumida si sono dimostrate attratte dai canditi proteici, ragione per cui anche questo materiale viene accuratamente controllato e rimosso (nonché distrutto) nei casi sospetti, facendo in modo di evitare la fuoriuscita di individui di SHB.
Le femmine di A. tumida depongono numerose quantità di uova nelle crepe o fessure dei favi, oppure direttamente nelle celle di covata o di scorte. Il coleottero può perforare gli opercoli e depositare le uova all’interno di una cella di covata.
Un singolo coleottero femmina può deporre 1.000 uova nel corso della sua esistenza. Le uova si schiudono entro 2-4 giorni e le larve incominciano immediatamente a nutrirsi di polline, miele e larve di api.
Entro 10-16 giorni i coleotteri terminano il proprio sviluppo larvale per poi uscire dagli alveari e completare l’impupamento nel terreno antistante le arnie. Le larve possono scavare il proprio ricettacolo fino a 10 cm nel terreno, per restarvi 3-4 settimane per l’impupamento. Entro 1-2 giorni dallo sfarfallamento, i coleotteri adulti cercheranno una colonia d’api da abitare.
Come già detto, gli adulti di SHB hanno ottime capacità di volo e possono disperdersi facilmente andando ad infestare altri alveari. Un individuo di A. tumida può vivere fino a 6 mesi o più, e questa longevità comporta il sovrapporsi di diverse generazioni di coleotteri all’interno di un medesimo alveare. La riproduzione di SHB cessa in inverno, ma i coleotteri adulti sono in grado di svernare all’interno delle colonie d’api.

DANNI
Il danno economico arrecato da SHB si verifica quando la popolazione di api è insufficiente a proteggere i favi dalle larve del coleottero (sugli adulti, abbiamo già detto che le api possono poco sia per la corazza che per le capacità mimetiche). Gli adulti che si introducono in una colonia possono inizialmente passare inosservati, cosicché la popolazione di SHB aumenta per effetto di riproduzione o migrazione. Sia gli adulti di A. tumida che le larve si nutrono a volontà di miele, polline e covata d’api di tutte le caste. Quando un gran numero di uova di SHB si schiudono, i favi da miele possono apparire viscidi e luccicanti, e “marcire”. A differenza di Galleria mellonella, A. tumida non necessariamente danneggia la cera dei favi (anche se le gallerie prodotte dalle sue larve vengono spesso riscontrate nei casi di infestazione), ma la sua presenza ha effetti specialmente sulle scorte di miele, che a causa delle feci prodotte dalle larve e dagli adulti fermenta, fuoriuscendo dalle celle e andando così a sporcare i favi. Questa fermentazione del miele è causata da alcuni lieviti presenti nelle feci di SHB. Tale situazione può comportare un’interruzione della deposizione da parte dell’ape regina e favorire la sciamatura, peggiorando così ulteriormente il quadro. A. tumida può creare problemi improvvisi nel caso in cui la sua presenza, in primavera, provochi o favorisca una sciamatura nel corso della stagione produttiva, poiché questa comporta melari praticamente incustoditi e vulnerabili. Naturalmente il miele così contaminato è invendibile e non adatto al consumo.

PREVENZIONE E CONTRASTO
Allo stato attuale, in tutti i Paesi in cui è diffusa, la prevenzione è il più efficace strumento di controllo di A. tumida. Negli USA l’unico principio attivo a essere risultato efficace è il coumaphos, già impiegato per il contrasto della varroasi. Prodotti a base di coumaphos, tuttavia, non sono attualmente autorizzati in Italia e pertanto il loro utilizzo è illegale. Questo dato è riportato quindi solo a titolo informativo, in una cornice generale e internazionale.
Limitatamente all’Italia al momento non è previsto né autorizzato alcun trattamento simile a quelli raccomandati per altri parassiti, e inoltre il fatto che l’unico principio attivo ad aver dato risultati sia il coumaphos è poco entusiasmante, considerato che, nel caso venisse legalmente autorizzato, non sarebbe utilizzabile da apicoltori che operano in regime biologico. A titolo preventivo, pertanto, è opportuno mantenere le colonie forti, il che significa tenere sotto controllo la Varroa e gli altri agenti patogeni (virus, funghi, batteri), cosa che sappiamo gli apicoltori fanno con difficoltà, limitandosi, oltretutto, spesso alla sola Varroa e occupandosi esclusivamente di circa 1/3 dei problemi delle api. Gli adulti di SHB, che abbiamo precedentemente descritto, sono, comunque, facilmente rilevabili mediante attenta ispezione delle colonie, tenendo presente che dopo l’apertura dell’arnia i coleotteri tendono a posizionarsi verso il basso per evitare la luce solare. Con strisce di cartone ondulato poste nell’arnia sul bordo inferiore, nella parte posteriore della stessa, si possono attrarre adulti di A. tumida che, in fuga dalle api, cercheranno riparo tra le piccole pieghe del cartone, così da poter essere facilmente individuati. Le larve di SHB si trovano spesso raggruppate insieme negli angoli dell’alveare o dei telaini.
Questa è un’importante differenza rispetto alle larve della tarma della cera, che si trovano sparpagliate nell’alveare. Le superfici dei telaini che appaiono viscide o il miele fermentato fuoriuscito dai favi sono segni dell’attività del coleottero. Il miele fermentato ha un odore che viene descritto come simile a quello prodotto dalla decomposizione delle arance.
Negli USA sono commercializzate diverse trappole da utilizzare per il controllo della popolazione adulta nell’alveare.
La trappola Hood è costituita da un falso telaino da nido riempito con una miscela di aceto di sidro di mele e altre sostanze attrattive per i coleotteri, che finiscono per annegare nella soluzione. Questa trappola comporta alcuni problemi, tra cui la costruzione di favi da parte delle api negli spazi vuoti della trappola. Trappole di diversa concezione, come la Freeman Beetle, si posizionano invece sul fondo dell’arnia e catturano gli adulti che, per sottrarsi alle api, finiscono per annegare nelle diverse soluzioni proposte dalle case produttrici. Esistono, insomma, trappole meccaniche che sfruttano esche diverse - dal polline fermentato all’aceto di sidro - e che si posizionano in diversi settori dell’arnia, e in questa sede ne abbiamo parlato per informare il lettore di quanto già sperimentato altrove.
Ulteriori miglioramenti sono allo studio.
Queste trappole si limitano alla cattura di individui adulti e non ritengo di potermi sbilanciare circa la loro efficacia per il contenimento globale della popolazione di SHB.
Possono certamente risultare utili in un’ottica di prevenzione e monitoraggio del problema, visto che potrebbero essere impiegate anche da apicoltori poco esperti, ma per avere un’efficacia in questo senso dovrebbero essere introdotte in un piano di prevenzione generale che coinvolga un intero territorio “a rischio” (e tutti i suoi apiari) e che sia sottoposto al controllo e alle verifiche delle autorità sanitarie competenti, con il coordinamento auspicabile delle associazioni apistiche. Nelle aree italiane maggiormente esposte, queste trappole potrebbero essere una risorsa utile ai fini del monitoraggio.
 
 
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Scritto in data 01/12/2014 da Luca Tufano
 
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