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 Qualità;
Fattorie Apistiche Didattiche? Il futuro dell’Apicoltura
 
di Giacomo Perretta
 
Fad e cultura dell’ape E già a partire dal 2011 che Apitalia si occupa delle Fattorie Apistiche Didattiche, grazie a tutta una serie di articoli e contributi redatti da Giuseppe Morosin e Gianni Stoppa, dell’Associazione Regionale Apicoltori del Veneto. Quello che sembrava un tenero germoglio è diventato un bell’albero. La prova? Oltre all’esperienza veneta descritta da Morosin e Stoppa sono nate tante realtà animate dalla stessa filosofia. Proviamo a riassumere con le loro parole. Gli apicoltori devono saper far tesoro delle Piccole Produzioni Locali, un’opportunità che qualifica l’apicoltura di territorio e tutte le sue uniche produzioni. Ne trarrà vantaggio l’apicoltura in generale. Insomma, la strada maestra per gli apicoltori potrebbe essere proprio di fregiarsi in etichetta della dicitura PPL. Un’altra strada è quella di trasformare la propria Azienda apistica in “Fattoria didattica apistica-ambientale”. In poche parole, il marchio “PPL” deve costituire una distinzione e un premio all’apicoltore che alleva e crea benessere di vita alle api a stretto servizio della qualità di vita del territorio. Su tale impostazione di lavoro le associazioni degli apicoltori devono essere in perfetto accordo e si devono assumere la responsabilità di costruire, assieme al settore veterinario e alla regione, non solo il disciplinare “PPL”, qualificarlo e renderlo chiaro e trasparente nei punti critici sopra esposti, ma in particolar modo si deve ben stabilire chi, come, e quando controlla che tutta la filiera di produzione si svolga correttamente e con tutte le garanzie di qualità e tipicità per il consumatore. Non solo produrre miele: oggi più di ieri è fondamentale che l’apicoltore sappia diversificare e valorizzare tutto quello che può offrire l’apicoltura di territorio. Al primo posto assoluto non troviamo soltanto i diversi prodotti dell’ape, sia pur importantissimi per la nostra vita e salute, ma se ci pensiamo bene, il fattore più importante riguarda il patrimonio umano e di professionalità dell’apicoltore, capace di studiare a fondo, saper trasmettere e divulgare la grande cultura bio-ecologica dell’ape, la quale continua ad insegnarci una ricca e complessa forma di linguaggi che spesso non riusciamo pienamente a leggere e comprendere. Pensate come cambierebbe il ruolo e la considerazione dell’apicoltura italiana e territoriale se ogni apicoltore fosse in grado di far esaltare e considerare le reali potenzialità, ecologiche, culturali, economiche e sociali, che l’allevamento degli alveari comporta per il nostro benessere e qualità di vita. Le FAD, insomma, sono il naturale tessuto connettivo di questa filosofia e le vogliamo vedere crescere ancora più forti e ramificate. Si può vivere senza nuocere al Pianeta? E come? E’ possibile, per dirla in parole povere, riuscire a non incidere negativamente sulla natura e sullo stato dell’ambiente, agendo in maniera perfettamente ecocompatibile? Un deciso e fragoroso sì arriva da tutti quei progetti e da quei comportamenti individuali che sono partiti o che stanno partendo, a livello mondiale. L’esempio arriva proprio dalle FAD, un luogo che è in contatto direttamente con il territorio e con il consumatore e che dà lustro ai prodotti tipici della zona. Si riscopre l’ape come maestra di ecologia e di biodiversità: è bene che ragazzi e adulti lo abbiano ben chiaro. Un fatto è allora certo, se vogliamo dare un futuro al Pianeta e all’Umanità non è più tempo di Pil (Prodotto interno lordo) che considera solo i parametri economici e mette in secondo piano quelli ambientali e quelli relativi alla qualità della vita. E’ giunto il momento del Bil (Benessere interno lordo), un indicatore che cerca di misurare la qualità della vita dell’uomo e della comunità in cui vive: ad esempio, si può registrare un alto Prodotto interno lordo in una zona ad alto inquinamento, fattore che abbassa notevolmente il Bil. Statene certi le api ci sarannno d’aiuto anche in questo caso. Massimo Ilari
 
Per avviare lo sviluppo del programma di formazione delle F.A.D, il Presidente dell’Associazione Regionale Apicoltori del Veneto, Gianni Stoppa e Giuseppe Morosin, consigliere dell’associazione ed ideatore del progetto, hanno lanciato una richiesta di collaborazione a tutti gli associati.
Molti sono gli apicoltori che hanno aderito alla richiesta di collaborazione, facendosi coinvolgere nello sviluppo di quest’idea, alla quale ho aderito con entusiasmo, portando il mio piccolo contributo.
Mettersi al servizio dell’apicoltura e dell’ambiente, ognuno limitatamente alle proprie capacità e conoscenze, è una filosofia primaria ben radicata nell’Associazione Regionale Apicoltori del Veneto che da poco più di un anno mi trova annoverato tra i suoi iscritti, filosofia che si traduce in azione, capace di coinvolgere operativamente, come questo caso dimostra, tutti gli associati.
Spero di riuscire nella esposizione, oltre a presentare gli eventi, a sostenere il progetto con l’entusiasmo e il trasporto necessario a farne cogliere l’importanza, non solo, com’è ovvio, per l’apicoltura e per l’ambiente, ma anche per la moltitudine e la bontà dei prodotti locali dell’agricoltura.
Le Piccole Produzioni Locali P.P.L., sono la forza di quelle diversità di territorio che sono la ricchezza del nostro patrimonio agricolo, culturale e gastronomico, per il quale siamo conosciuti in tutto il mondo.
Il riconoscimento dell’Unesco alla dieta Mediterranea e dell’insieme delle pratiche alimentari, sociali e culturali, come “patrimonio culturale immateriale dell’umanità”, ne è una dimostrazione.
I meriti della dieta Mediterranea e degli stili di vita a essa associati sono soprattutto dei nostri agricoltori, in particolare di quelli che credono nell’agricoltura biologica che, con forte ostinazione, si battono contro l’industrializzazione dei prodotti agricoli, lottando per mantenere tradizioni e culture nelle biodiversità di territorio, questi sono i veri vincitori del riconoscimento mondiale.
L’apicoltura non è partner secondario in tutto ciò, visto che svolge una  parte importante e gli apicoltori che hanno aderito al progetto F.A.D. non hanno un compito facile: mantenere, diffondere e, in particolar modo, difendere la qualità dei prodotti dell’alveare, mantenendoli puliti da ogni contaminazione esterna, preferendo l’apicoltura da agricoltura biologica che, anche se inizialmente faticosa, sarà, ne sono convinto, il futuro orgoglio della nostra apicoltura, come è già avvenuto per l’agricoltura, settore in cui il nostro Paese si distingue per un patrimonio agroalimentare unico in termini di ricchezza, varietà e pregio.
I riconoscimenti DOP e IGP portano l’Italia a detenere una posizione di leadership in ambito comunitario.
E non finisce qui.
In un prossimo futuro, il miele e il polline italiano potranno avere in campo comunitario un’altrettanta rilevante posizione, a patto che si proceda con rigore alla ricerca della qualità. A questo sono chiamati gli aderenti al progetto F.A.D..
Che cosa c’è dietro la sigla F.A.D.? Niente di astruso, un’idea semplice, tanto semplice da risultare quasi geniale. La prova? L’entusiasmo con cui è stata colta e sviluppata.
Semplicità sì, ma non bisogna nascondere una certa complessità nel suo sviluppo. Quando Giuseppe Morosin, mi presentò la sua idea non mancò di confidarmi anche la sua perplessità, pensando che forse era un’idea troppo ambiziosa per la realtà da cui si calava: associazioni e apicoltori non sempre disposti a impegnarsi, a confrontarsi. Insomma, “a mettersi in gioco”.
Invece, già ai primi contatti, Enti pubblici, Associazioni e finanche Federazioni, non solo si sono resi disponibili a collaborare per sperimentare questo nuovo progetto, ma ne sono divenuti protagonisti.
Il presidente della FAI nazionale e anche Direttore editoriale della rivista Apimondia, Raffaele Cirone, è riuscito a coinvolgere l’Amministrazione Comunale di Lazise affinché inserisse il progetto nel programma delle giornate del miele, svolto ad ottobre dello scorso anno; il presidente APAT Apicoltori in Veneto, Stefano dal Colle, ha messo a disposizione la sua Associazione con attiva collaborazione nella programmazione dei corsi.
Apitalia, poi, lo ricorda Morosin, grazie all’interesse dell’editore Fabio Marucchi e del Direttore Editoriale Massimo Ilari, è stata la prima a dare la sua adesione, dando ampio spazio alle F.A.D., già dal 2011, pubblicando diversi articoli.
Inoltre, hanno dato il loro rilevante contributo ed adesione: APA Padova, FAI Veneto, UNAAPI, Lapis presente con il Direttore responsabile Massimo Carpinteri, AMI (ambasciatori del miele). Quest’ultima, presente con Lucia Piana, è stata indicata come “associazione di riferimento” per le sue caratteristiche di rappresentante dell’interesse collettivo per la cultura del miele e dei prodotti apistici.
Le fattorie apistiche didattiche: “L’Alveare del Grappa - Crespano del Grappa”, “Apicoltura Marcon - Volpago del Montello” e “Demetra - Visnadello di Spresiano”, unitamente ad altre fattorie didattiche istituite dalla Regione Veneto, hanno introdotto il progetto FAD attraverso un corso di formazione.
L’obiettivo? Collegare in una rete nazionale tutte le aziende apistiche che rappresentano un esempio di agricoltura sostenibile: fornisce prodotti salutistici e di qualità, promuove la salvaguardia della biodiversità e la cultura dell’ambiente e, più in generale, valori di miglioramento della salute e della qualità di vita.
Il progetto, che ha già avuto il sostegno istituzionale della Regione Veneto, dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie e Centro Regionale Apistico del Veneto e di molte aziende apistiche in tutta Italia, ha l’intento di creare un’organizzazione che sia capace di presentare un progetto di promozione e valorizzazione su fondi europei e di far riconoscere un Elenco nazionale delle FAD che sia rispettoso della Carta della qualità, già adottata in diverse regioni.
Nel frattempo, si registrano nuove adesioni da altre regioni d’Italia, tanto che è difficile tenere un elenco completo e aggiornato.
Dopo le adesioni al progetto delle prime Amministrazioni Comunali di Crespano del Grappa, Lazise, Bergantino, sono seguite altre che, sollecitate dagli apicoltori residenti, hanno offerto la loro adesione e collaborazione al progetto F.A.D.
Tutti protagonisti di rilievo che sono diventati parte integrale del progetto, questo il segnale dell’evidente successo della proposta che non si ferma al presente ma si proiettata verso il futuro, preparandosi per una espansione oltre i confini nazionali. A conferma di ciò, non posso tralasciare la lettera inviata dall’Assessore al Turismo della Regione Veneto, Marino Finozzi, che si congratulava non solo per la particolarità del progetto, ma perché aveva trovato la condivisione da parte di una base associativa forte e coesa, capace di creare alleanze tra i produttori su temi e valori importanti per il territorio. «Auspicando che dal convegno di Lazise, nel quale è stato presentato il progetto, nasca - precisa l’Assessore Finozzi - la più ampia condivisione dell’iniziativa tra i diversi soggetti coinvolti e mi auguro che il Veneto possa proporsi come Regione capofila per esplorare e verificare la fattibilità del programma e la sua attuazione, non solo a livello nazionale ma anche europeo».
La dichiarazione assume un valore speciale perché mette in risalto una costruttiva sinergia delle FAD con l’Istituzione Regionale, esaltando il prezioso lavoro di valorizzazione culturale e di qualità didattica-formativa che in questi anni è stato svolto dalla responsabile delle fattorie didattiche del Veneto Dottoressa Elena Schiavon.
Chiudo questa parte dando un particolare risalto allo stand culturale allestito dalla nostra Associazione  Regionale Apicoltori del Veneto nel padiglione mostre di Lazise. Stand allestito da volenterosi apicoltori che, coordinati da Matteo Villa, hanno proposto in modo chiaro ed esplicativo sia il progetto F.A.D. che altre iniziative dell’associazione.
A loro va il nostro ringraziamento.
Ora entriamo nel dettaglio.

Che cosa si prefigge il progetto

Non ne farò uno stucchevole elenco, preferisco lasciarlo a chi deve organizzare lo sviluppo tecnico amministrativo delle singole azioni. Per quanto mi attiene, scelgo di descrivere le azioni nel risultato che si prefiggono. Infatti, se le azioni possono essere programmate singolarmente il risultato, invece, dovrà essere unico e univoco, un’insieme sinergico di tutte le azioni per migliorare l’ambiente e di conseguenza la nostra qualità della vita.
Le F.A.D. devono diventare un centro non solo informativo ma formativo, iniziando dall’allevamento accurato e sostenibile dell’ape. Il loro compito non potrà essere solo quello di avvicinare i frequentatori al mondo delle api, seppure in tutti i suoi aspetti, ma di indirizzarli a quella cultura del territorio che va, dal luogo d’interesse turistico a quello agroalimentare, in particolare a quelle specialità che sono proprie di ciascun territorio valorizzate dalle P.P.L.; e ancora, arricchendo il frequentatore delle F.A.D. di cultura ambientale e di territorio. Il coinvolgimento nel progetto delle Istituzioni Pubbliche, inoltre, è doveroso e necessario. In particolare, quello degli Amministratori locali che, attraverso gli assessorati di riferimento, dovranno impegnarsi a contribuire allo sviluppo migliorativo del territorio proposto dagli operatori F.A.D.
In conclusione, l’operatore F.A.D. deve diventare riferimento del territorio. Ecco la motivazione di iniziative formative permanenti a loro indirizzate. A differenza delle Fattorie Didattiche, il progetto F.A.D. ha il vantaggio di essere un progetto di Fattoria Didattica specializzata.
Le F.A.D. con l’approfondimento culturale nel settore specifico dell’apicoltura, sono riuscite a coinvolgere importanti Federazioni nazionali e associazioni di apicoltori, capaci di unificare metodologia e cultura, al fine di standardizzare le direttive di formazione degli operatori F.A.D. in Italia e, in futuro, in Europa.
Gli aderenti alle F.A.D. saranno apicoltori che attraverso corsi formativi, mentre scrivo è in svolgimento il primo corso per l’adesione alle F.A.D., dovranno avere quelle conoscenze di territorio e generali che faranno l’ossatura culturale di un operatore F.A.D.. «In apicoltura non si può improvvisare un’attività formativa e divulgativa in forma generica, serve sviluppare professionalità nell’operatore, originalità nelle tematiche e un continuo rispondere, con nuove idee originali, alle diversificate esigenze degli utenti», così scriveva Giuseppe Morosin nell’aprile del 2011, su Apitalia. La proposta, peraltro molto impegnativa, non ha scoraggiato gli apicoltori dato che ha già colto, in questo primo corso, rappresentanti di tante aziende, piccole e grandi, con oltre una quarantina di iscritti che hanno passato le prime lunghissime giornate formative con instancabile interesse.
Alcune di queste aziende le conosco, altre mi impegnerò a conoscerle per proporle ciascuna nelle proprie specialità, cercando di fornire al lettore stimoli e suggerimenti sviluppati dalla loro esperienza e riuscire a riproporre l’entusiasmo colto in questi operatori.

 Apicoltura Marcon Bruno 
E’ nome e marchio da anni legato all’apicoltura Trevigiana, da moltissimi anni falegnameria di riferimento nella costruzione di arnie e vendita di tutto quanto necessita agli apicoltori per la loro passione. In più, troviamo all’interno dell’azienda un emporio riccamente fornito e gentilmente gestito dalla moglie Costantina.
La bellissima e funzionale azienda ha nell’impianto una struttura dedicata esclusivamente alla formazione culturale dei ragazzi, un’aula studio  ricca di materiale didattico, utilizzata sia  per visite di scolaresche che per la formazione. Non a caso, l’azienda Marcon, già Fattoria Didattica, in quest’aula ha ospitato una lezione dei frequentanti il primo corso di specializzazione F.A.D..
L’Apicoltura Marcon, tra le altre cose, è punto di riferimento per nuclei, api regine e, in particolare, per la lavorazione della cera. Di questa lavorazione si occupa, principalmente, il figlio Luca.
La cera d’api, come sanno tutti gli apicoltori, è una secrezione grassa caratteristica delle api, una proprietà che la rende vulnerabile a tutti gli inquinanti, mi ricorda Luca, quindi la necessità di avere un prodotto di qualità. L’esigenza ha spinto l’azienda apistica Marcon a impegnarsi nella specializzazione della lavorazione della cera, conseguendo fin dal 2001 la certificazione per la trasformazione biologica della cera, in regime di controllato BIOS, un servizio meritevole per un operatore F.A.D. che si rivolge a coloro che hanno necessità di trasformare la propria cera biologica in fogli cerei.

 Remo Corona 
Una storia e una passione, l’apicoltura. Produttore aderente alla Carta di Qualità del “Miele delle Dolomiti Bellunesi” che ha ottenuto la Denominazione di Origine Protetta (DOP), 11 marzo 2011.
La socialità e la convivialità di Remo lo hanno portato, con altri apicoltori, a formare il “Gruppo Apicoltori l’Aperina” con lo scopo di promuovere il loro miele nella gastronomia. Non solo, quindi, organizzando cene e incontri conviviali di vario tipo al fine di promuovere il miele, ma preparando anche incontri culturali sia per adulti che per scolaresche.
Il gruppo ha installato, nei pressi del Museo Etnografico di Seravella, Comune di Cesiomaggiore, nella provincia di Belluno, una camera di volo per permettere, senza rischi, la visualizzazione del lavoro negli alveari a scolaresche, gruppi di visitatori o genericamente appassionati di api e natura. Nei pressi del Museo, Remo con altri volenterosi collaboratori, hanno un impegnativo progetto, creare un “giardino catalogo di piante mellifere”. Quest’idea potrebbe portare le varie associazioni di apicoltori o gli stessi apicoltori, a sollecitare le Amministrazioni dei propri Comuni affinché preferiscano, nelle scelte di piantumazione di viali o parchi  piante mellifere utili all’ape, ringraziandola in questo modo, all’utilità che lei svolge gratuitamente per l’ambiente.
Alcuni apicoltori del gruppo L’Aperina, operano una selezione di api regine Carniche in Valle di Canzoni, valle particolarmente adatta a questo scopo con ottimi risultati. «Preciso, dice Remo, che alle nostre iniziative partecipa, attivamente, l’amministrazione del Comune di Cesiomaggiore».
Con queste caratteristiche distintive dell’aspetto culturale, Remo si prepara ad essere operatore F.A.D..

 Agriturismo Demetra
Nome della dea greca dell’agricoltura, un nome inusuale per un agriturismo, seppure appropriato, ma che fa cogliere le emozioni della cultura classica di Bianca e Maurizio per i prodotti della terra. Maurizio viticoltore da generazioni completamente conquistato dal suo vigneto, meta e rifugio nel quale respira la serenità del proprio lavoro.
Poi le api che circa sette anni fa, dicono Bianca e Maurizio “ci hanno scelto” e da allora è iniziata questa meravigliosa avventura che ha dato importanti soddisfazioni.
La predilezione per la qualità dei prodotti della loro azienda li ha portati a scegliere l’agricoltura biologica già dal 1997, la passione per la cultura li ha sostenuti nell’impegno di aderire alle  Fattoria Didattica, e oggi a specializzarsi come F.A.D..
Il desiderio di diffondere la cultura, l’amore e la passione dei prodotti della terra, li ha portati alla ricerca di nuove forme divulgative, facendoli approdare alle F.A.D. Devo costatare che il livello culturale dell’apicoltore e dell’agricoltore è in forte aumento, generando nell’apicoltura e nell’agricoltura, quel volano migliorativo indirizzato alla qualità dei prodotti.
La parte portante dell’Azienda è il vino, di cui Maurizio è viticoltore e cultore, da qualche anno sono entrati nella passione agreste anche miele e prodotti dell’alveare.
Demetra, non è solo alloggio ma anche punto di riferimento per il turismo ambientale, a ragione della sua vicinanza al fiume Piave. Purtroppo questo tipo di turismo in Italia è scarsamente valorizzato. La sua posizione geografica permette altresì un turismo d’arte, si trova a pochi km da Treviso e Venezia e sono facilmente raggiungibili altre importanti località d’arte. Scelte “pionieristiche”, fanno parte di quel patrimonio culturale al quale l’operatore F.A.D. deve tendere. Ne danno prova il modo come lavorano Bianca e Maurizio che nella loro azienda, costantemente incuriositi, ricercano e sperimentano.

 Malgasiago
E’ un esempio di grande vitalità e coraggio. Massimiliano e Monica: lui una laurea in biotecnologie agrarie, frequenta il Politecnico Federale di Zurigo per il dottorato in biologia evoluzionistica; lei, laurea in scienze naturali hanno scelto di tornare ad Asiago. Senza alcuna proprietà terriera, Massimiliano e Monica, hanno deciso di affittare un pezzo di terra e di mettervi tutta la loro passione, e tanto lavoro.
Si sono specializzati come apicoltori e coltivatori di zafferano, perfezionati nei melliti, ovvero l’infusione in miele di piante officinali.
L’unione di miele e delle piante officinali, permettono di poter beneficiare delle proprietà del miele e delle piante. Tra questi il principale prodotto è il “lekkerle”, un’infusione di miele e zafferano, adattissima in cucina per accompagnare formaggi, sia freschi che stagionati.
Monica e Massimiliano insieme nei lavori, nessuna divisione di ruoli, ognuno integra e sostituisce l’altro nei lavori con la stessa passione e lo stesso impegno.
La fioritura e la raccolta dello zafferano viene effettata ad ottobre - novembre, ci fa sapere Massimiliano: «Quando raccogliamo i fiori, al mattino prima che si schiudono, facciamo a gara con le api del vicino apiario. Infatti, sono l'unica fonte di polline disponibile in questa stagione e le api non aspettano altro che i fiori si aprano per bottinare, spesso nelle ultime file da raccogliere dobbiamo “scacciare” le api da ogni fiore e dai cesti coi fiori».
La sfioratura (strappo degli stigmi con il polline, per metterli a essiccare) dello zafferano, richiede molto tempo e intorno al tepore di una stufa, mentre il lavoro ripetitivo si svolge in modo quasi automatico, si raccontano gli avvenimenti della valle.
Questa è la parte piacevole del lavoro, la condivisione.
Massimiliano e Monica sono in possesso della licenza di “guida naturalistico-ambientale” con la quale possono accompagnare turisti e scolaresche nelle visita all’Altopiano.
Il settore che vorrebbero aggiungere sviluppare è quello della didattica, ecco il motivo della loro adesione alle F.A.D..Un esempio della capacità di questa giovane coppia di puntare alla diversificazione delle attività, e da oggi anche F.A.D., sviluppando quella passione per un lavoro faticoso ma attraente, senza togliere lo sguardo alla possibilità di integrare il reddito, come è giusto che avvenga nelle considerazioni di una giovane coppia.

Queste quattro Aziende Apistiche, indicano una panoramica generale dell’attività degli apicoltori e raccolgono quelle peculiarità che sono proprie della maggioranza delle tante aziende che hanno preso parte alla formazione del primo nucleo formativo F.A.D.
Le aziende che ho superficialmente citato hanno specializzazioni diverse, collocate in territori e ambienti differenti, ma tutte hanno in comune il piacere per la divulgazione culturale delle proprie conoscenze e specificità, non perdendo mai di vista l’insieme ambientale e sociale del proprio territorio. Sicuramente il progetto che, già dalle prime formazioni F.A.D., ha ottenuto un notevole successo, è destinato a conseguire  riconoscimenti  pubblici importanti e sicuramente non solo nazionali.



Si è concluso Sabato 23 marzo 2013, con un’impegnativa giornata, il primo corso FAD. É stato possibile intensificare l’aggiornamento grazie all’invito riservato al convegno:
“Lotta integrata e biologica oggi: attività e sviluppi nella sostenibilità ambientale” organizzato dal Servizio Forestale Regionale di Treviso e Venezia, coordinato dal direttore Dottor Luigi Alfonsi e con sei relazioni tenute da tecnici e esperti specializzati nei temi proposti. Una collaborazione importante che ci tiene costantemente aggiornati sugli sviluppi della lotta integrata e biologica nei confronti dei parassiti, lotta che permette di contrastare parassiti che importiamo sempre con più facilità da altri Continenti, e che non avendo antagonisti si diffondono producendo danni gravissimi, sia alle nostre coltivazioni arboree che a quelle boschive. Al mattino, oltre a partecipare all’interessante convegno, è stato possibile visitare tre mostre dedicate alla Settimana Ambientale del Veneto.

Nel pomeriggio, si è svolta l’ultima lezione del corso F.A.D, presso l’Alveare del Grappa, dove gli operatori di diverse aziende apistiche hanno analizzato e condiviso le scelte future per continuare il progetto. Le possiamo sintetizzare in 5 punti:
1. Attivazione di un: “Corso per operatore addetto alle attività multifunzionali dell’azienda agricola (modulo base L.R. 9/97 e DGR nn. 70- 71/2003). Durata 50 ore”.
Per poi essere completato dal secondo modulo: “Corso per operatore alle fattorie didattiche (modulo avanzato DGR nn. 70-71/2003). Durata 30 ore”.
2. Apertura di un sito Web, “Progetto FAD”, coordinato dal comitato promotore per far conoscere e divulgare i valori e gli obiettivi F.A.D.; far conoscere e dialogare, con scambi di esperienze, le aziende F.A.D. operanti; creare un aggiornamento permanente e qualificato nelle tematiche fondamentali; aprire a nuove adesioni di aziende che intendono operare e attivarsi; aprire a collaborazioni e partenariati di enti, istituzioni, scuole, associazioni ecc.; aprire a tutte le collaborazioni ed idee che costruiscono e sostengono “il percorso dal basso delle F.A.D.”.
3. Istituire, con gli Istituti Comprensivi, dei corsi di aggiornamento per insegnanti, con il riconoscimento dell’Ufficio Scolastico Regionale Veneto, in continuazione delle tre edizioni già svolte nella regione del Veneto.
4. Organizzare un Convegno interregionale, per continuare a crescere e poter arrivare al progetto di sostegno europeo che costituisce uno degli obiettivi che ci siamo posti.
5. Divulgare su tutte le riviste specializzate di apicoltura quest’esperienza di cultura e promozione dell’ape, dell’ambiente e della qualità di vita.

Dobbiamo, come le api, coltivare insieme le relazioni che sono la risorsa indispensabile per un mondo migliore.
 
 
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La signora Costantina Marcon

Remo Corona

Agriturismo Demetra

Monica e Massimiliano della Malgasiago
 
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© Apitalia - Tutti i diritti riservati
Scritto in data 20/05/2013 da Giacomo Perretta
 
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