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L’utilizzo di agrofarmaci e pesticidi può determinare problemi alla salute
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L’utilizzo massiccio e ‘‘poco corretto’’ degli agrofarmaci può determinare ‘‘problemi alla salute’’. A sottolinearlo all’Adnkronos è Enrico Antignati, consigliere Conaf e Responsabile del Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Sostenibile ed Energie Rinnovabili. «Gli effetti dannosi – spiega - sono ben noti ed è per questo che la Commissione europea sta cercando di normare il settore. Ma non mi risultano sotto accusa nuovi principi attivi, oltre ai neonicotinoidi, per i quali gli apicoltori abbiano ottenuto una moratoria».

Per aumentare la produttività dei terreni ed ottenere più abbondanti raccolti, in agricoltura non si disdegna l’uso di agrofarmaci e pesticidi, che contribuiscono a tutelare le colture. Sostanze spesso sotto accusa sia per la salute che per la moria di insetti impollinatori, a partire dalle api e dalle farfalle. Sugli insetticidi neonicotinoidi, «studi americani hanno dimostrato gli effetti negativi sugli insetti pronubi” sui quali provocano una mortalità non immediata ma di tipo cronico».»

Ma la sospensione di utilizzo di questo insetticida, come ricorda Marco Lodesani, Direttore del Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura (Cra), «riguarda solo la concia dei semi di mais, mentre è ancora possibile utilizzarlo per altri tipi di colture». A causa di questa sostanza, le farfalle, si sono addirittura dimezzate negli ultimi 5-6 anni.

Un allarme che richiama sempre di più l’attenzione su una sostenibilità degli agrofarmaci, ma cosa vuol dire? Prima di tutto, «devono essere sostenibili da un punto di vista economico» spiega Antignati. E aggiunge: «Questi prodotti costano troppo ma per una produzione di massa è necessario proteggere le colture». E non solo. «Devono essere sostenibili anche da un punto di vista ambientale, visto che, secondo dati Ispra, nel 50% delle acque sono state rilevate tracce di pesticidi, mentre il 30% registra un valore superiore ai limiti di legge».

Ma è da tener conto anche l’aspetto sociale che riguarda la sicurezza sul lavoro. Fino a poco tempo fa, sottolinea l’agronomo, «era frequente che gli agricoltori distribuissero questi prodotti senza mascherine o altri tipi di protezione, con gravi rischi per la salute». Situazioni che, oggi, visti i ripetuti allarmi, “sono rari”. Secondo stime dell’Inail, in agricoltura, settore in lieve crescita occupazionale (+0,7%), gli infortuni nel 2010 sono in calo del 4,9%, mentre i casi di mortalità sono in calo del 10,2%.

Gli infortuni, dunque, continuano ad essere per gli agricoltori la prima causa di morte, mentre i decessi causati dai tumori sono di molto inferiori rispetto ad altre categorie, almeno da quanto rilevano i dati Inail del 2009. Ma proprio per garantire ulteriormente la salute del consumatore e la tutela dell’ambiente che il Conaf, già da diverso tempo, ha lanciato la proposta delle “agrofarmacie di campagna”, ovvero l’unico luogo abilitato alla vendita degli agrofarmaci solo attraverso una ricetta prescritta da un professionista abilitato.
 
(by Adnkronos)