Le api volano contro ogni legge fisica [Torna all'indice generale] |
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![]() Già negli anni ‘30, un gruppo di ricercatori di Gottingen, in Germania, aveva studiato con attenzione l’aerodinamica di questi insetti, senza però giungere ad alcuna conclusione convincente. Tutti gli studi successivi, tenendo in considerazione questi due soli fattori (peso e apertura alare), hanno lasciato irrisolto il mistero su come le api riescano a tenersi in aria così a lungo e volare di fiore in fiore. Negli anni ‘90 però un gruppo di ricercatori di Ellington ha finalmente sciolto l’annoso enigma, osservando le dinamiche di volo delle api. Quando spiccano il volo, infatti, le loro piccole ali ruotano in tondo, creando così una specie di vortice: l’area di bassa pressione che si crea sul bordo anteriore dell’ala è ciò che consente all’ape di avere la spinta necessaria per sollevarsi. E’ pressappoco quello che succede quando giriamo un cucchiaio in una tazza piena: la fossetta centrale è appunto l’area di bassa pressione di cui stiamo parlando. L’alta frequenza dei battiti d’ali fa poi il resto; parliamo di circa 230 battiti al secondo, più di qualsiasi altro insetto conosciuto, e di un arco ridotto di rotazione alare pari a circa 90 gradi in condizioni normali (ancora di più in caso di ulteriori aggiunte al peso corporeo, come quando si trovano a trasportare nettare o polline). Ispirandosi alle suddette dinamiche, i ricercatori hanno tentato di riprodurre dei micro velivoli aerei (MAV) per scopi militari o eventualmente per servizi di informazione in situazioni d’emergenza. Al momento l’imitazione delle api presenta qualche difficoltà, perché i velivoli in questione non sono ancora sufficientemente piccoli e le prove di volo non danno ad oggi i risultati sperati. Tuttavia, il modello aerodinamico delle api è di grande ispirazione, poiché si distingue da quello di qualsiasi insetto, sfidando le leggi fisiche che in passato ne hanno decretato l’impossibilità scientifica di spiccare e reggere il volo. È dunque probabile che presto i MAV saranno in grado di imitare gli stessi meccanismi delle api in volo, e allora ancora una volta la scienza dovrà ringraziare la natura per i suoi eccezionali progressi. |
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(by Nextme - Annalisa Di Branco) | |