Apicoltura e le sfide del futuro, intervista a Massimo Ilari (Apitalia) [Torna all'indice generale] |
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![]() Massimo Ilari, Direttore Editorilale di Apitalia (periodico dedicato all’Apicoltura, all’Agricoltura e all’ Ambiente), ha spiegato a Help Consumatori il perché sia così importante incontrare le istituzioni. «Innanzitutto è necessario partire da una valutazione e revisione della Legge Quadro nazionale, la Legge 313 del 2004. Un provvedimento importante che ha innovato il settore, ha riconosciuto l’apicoltura come un allevamento e ha ripreso molte regolamentazioni presenti a livello regionale. Per una sua revisione interpelleremo, direttamente gli apicoltori e chiederemo loro che cosa c'è da cambiare». Molto sentito è il problema della cura delle malattie. Quali le vostre richieste? Si tratta di un'aspetto che ci sta molto a cuore. Il problema principale è che ci sono pochi farmaci a disposizione, spesso inefficaci a coprire le reali esigenze dell'apicoltore. Un esempio? La peste americana: la legge non consente l’uso degli antibiotici, mentre in altri paesi ci sono limiti di tolleranza molto alti. Perchè questo diverso procedere? E Non mancano gli apicoltori che si chiedono come mai per altri prodotti sia accettato l’impiego di medicinali e per il miele no. Ciò non significa che noi siamo favorevoli agli antibiotici ma è necessario che ci diano delle armi per poter dare sicurezza al miele. Il mondo veterinario è assolutamente contrario all’uso di determinati farmaci. E’ pertanto necessario trovare un punto di incontro tra le diverse esigenze che si scontrano, al fine di risolvere il rebus della cura delle api senza inquinamento del prodotto. Parliamo ora della sfida della produzione. Perché un giovane dovrebbe scegliere l’apicoltura nel suo futuro? Il nostro è un settore produttivo enorme. Attualmente, in Italia, ci sono 55mila apicoltori e solo 7.500 professionisti, ovvero persone che sono apicoltori come impiego principale. Circa la metà del miele che consumiamo è importato. Come dire che c’è ampio spazio per avviare una produzione tutta italiana. In un momento di crisi e disoccupazione, si è toccata quota 29%, ci sembra opportuno avviare i giovani al mondo dell’apicoltura. Se il miele ha una immagine di buona qualità e se siamo in grado di soddisfare il mercato interno si apre una strada lavorativa importante per le nuove generazioni. Delle realtà interessanti sono già a lavoro: è in itinere una scuola biennale di apicoltura e la creazione di laboratori di smielatura per dare ai ragazzi gambe. L'intento? Produrre reddito. Ci sono da risolvere le molte le problematiche a monte, come l'obbligo di mettere gli apicoltori in grado di chiedere i danni per la moria di api, causata dai pesticidi e da procedure di coltivazione vietate. E' giunto il momento di riappropriarci del nostro destino. |
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(by Help Consumatori - Silvia Biasotto) | |