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Le api in Europa senza Salute: L’Europa non tiene conto dei veterinari e delle loro competenze
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Riconosciamo, senza se e senza ma, l’importanza del medico-veterinario nella cura degli alveari. Riconosciamo, senza dubbi, l’importanza di uno stretto coordinamento fra veterinari e apicoltori. Che, poi, si pensi che l’Apicoltura sia lasciata in balia degli apicoltori e delle Associazioni non ci trova d’accordo. Gli Apicoltori vanno aiutati, contattati e non perseguitati. Andrebbe rivalutato il loro difficile mestiere: senza quello che hanno fatto, sino ad ora e da soli, che cosa ne sarebbe dell’Agricoltura italiana? In realtà, sono gli apicoltori ad essere in balia delle Istituzioni che oggi, magari, li vedono e domani no. Dateci strumenti e assistenza diretta…poi ne riparliamo. Senza di noi le api non ci sarebbero più.
(Apitalia)


Le api in Europa senza Salute: L’Europa non tiene conto dei veterinari e delle loro competenze

E’ appena stata pubblicata la Risoluzione del Parlamento Europeo sulla situazione nel settore dell’Apicoltura. Da una attenta lettura del testo licenziato si evince che l’Europa Agricola non riconosce alcuna autorità alla Sanità Veterinaria sulle malattie delle api, da sempre, e purtroppo, “in balia” degli apicoltori e delle loro associazioni.
Come se l’uso del farmaco veterinario “bricò” (garantire l’accessibilità ai medicinali veterinari in caso di bisogno) potesse risolvere i gravi problemi che affliggono un settore alla deriva proprio per questo e non occorresse, invece, quello che, mancando, ha solcato la via dell’estinzione: il controllo Veterinario.
Inconcepibile non reputare indispensabile la collaborazione della sanità veterinaria nello studio di orientamenti comunitari in maniera di trattamenti. Non si è voluto creare nessun collegamento tra il malato ed il dottore e questo la dice lunga sulla distorsione di un sistema che vuole fuori dal controllo delle malattie delle api e dalla gestione del farmaco veterinario gli unici deputati a farlo: in Europa, come in Italia, si teme la presenza dei veterinari, fa paura il riordino che sarebbero capaci a fare scoprendo il vaso di Pandora.
Una nota positiva viene dalla richiesta di dati certi forniti da un reale censimento e non da stime.
Nessuna volontà, invece, di fare chiarezza sulla reale entità del fenomeno “moria”. Sembra che la pressione delle organizzazioni apistiche non abbia tenuto su altri fronti: «l’UE, infatti, ritiene che il nome del prodotto o qualsiasi elemento grafico o visivo di altro genere, figurante sull’etichetta o sulla confezione del prodotto, dovrebbe far riferimento al miele soltanto se almeno il 50% dello zucchero contenuto proviene dal miele.

L’UE sottolinea la necessità di migliorare le condizioni sanitarie del prodotto, armonizzando i controlli alle frontiere (..) poiché l’importazione di miele di scarsa qualità, le sofisticazioni ed i surrogati sono fattori di distorsione del mercato ed esercitano una pressione costante sul prezzo e la qualità finale del prodotto nel mercato interno dell’UE». Così si tutela in Europa la salute degli alveari e la qualità del miele europeo e del consumatore interno.

A seguire uno stralcio della risoluzione

«Il Parlamento europeo . . .
5. invita la Commissione a considerare come obbligatoria la consultazione degli apicoltori da parte delle autorità europee e nazionali nel corso dell’elaborazione dei programmi destinati all’apicoltura e della relativa legislazione, al fine di garantire l’efficacia di tali programmi e la loro attuazione tempestiva;

6. invita la Commissione ad elaborare programmi triennali basati sulla dichiarazione fornita da tutti gli Stati Membri del numero di arnie effettivamente censite e non di dati stimati;

7. riconosce che lo sviluppo di trattamenti innovativi ed efficaci per combattere l’acaro varroa, parassita responsabile, in alcune regioni, di notevoli perdite annuali, riveste grande importanza; ritiene che occorra incrementare la disponibilità di efficaci trattamenti veterinari contro l’acaro varroa e contro tutte le patologie riconducibili ad esso nell’intero territorio europeo; chiede alla Commissione di introdurre orientamenti comuni in materia di trattamenti veterinari in tale settore, con l’indispensabile collaborazione delle organizzazioni degli apicoltori;

8. invita la Commissione ad adeguare la portata e il finanziamento della politica veterinaria europea in modo da tener conto delle specificità delle api e dell’apicoltura con l’obiettivo di controllare più efficacemente le malattie delle api e la disponibilità di medicinali veterinari in tutta l’Unione in collaborazione con le organizzazioni degli apicoltori;

13. invita la Commissione a garantire che vi sia un sostegno finanziario a favore dell’istruzione e della formazione di nuovi apicoltori di professione e di campagne d’informazione rivolte ad essi, soprattutto per incoraggiare i nuovi apicoltori a inserirsi nel settore, anche mediante scambi di esperienze con gli apicoltori di altri paesi;

14. invita la Commissione ad esaminare, di concerto con gli Stati membri e le organizzazioni di apicoltori, la possibilità, già prevista in alcuni Stati membri, di istituire un piano di orientamento comunitario del settore veterinario concernente la salute delle api volto a garantire l’accessibilità ai medicinali veterinari in caso di bisogno, il cui finanziamento dovrebbe avvenire nell’ambito della politica veterinaria europea…»
 
(by Ufficio stampa Fnovi)