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Morto Ambrosoli, il decano del miele
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Lutto nel mondo industriale comasco: è morto, a 90 anni, Paolo Ambrosoli, decano della nota azienda produttrice di miele e caramelle, con sede a Ronago, in provincia di Como. Nato il 7 ottobre 1920, sin da giovane era entrato nell’azienda fondata nel 1923 da suo padre Giovanbattista, apicoltore per hobby, che aveva iniziato la vendita del miele subito dopo la Grande Guerra. Nel 2004 Ambrosoli aveva ricevuto dal presidente della Regione Lombardia il Premio per il lavoro annualmente riconosciuto a chi ha saputo tenere alto il nome dell’industria lombarda nel mondo. La notizia della sua morte ha suscitato cordoglio unanime nel mondo industriale. Oggi, 3 settembre, alle 15.00 si terranno i funerali.
Il Giornale


E’ morto, all’età di 90 anni, Paolo Ambrosoli, uno degli storici esponenti di quella celebre dinastia di industriali che portarono il marchio di fabbrica ad essere quello del miele italiano per antonomasia.
Il signor Paolo è tornato in ditta. La sirena che scandisce la giornata aveva appena segnato la fine del lavoro quotidiano, in gara con le campane, ma alcuni dei suoi operai, dei suoi tecnici, dei suoi impiegati non sono andati a casa, volevano salutarlo per l’ultima volta e alla recita del rosario c’era tanta gente, come ci sarà tanta gente, venerdì alle ore 15, quando il signor Paolo entrerà in chiesa e riceverà l’estrema benedizione dal vescovo, Diego Coletti che concelebrerà con i padri Comboniani, il parroco don Mario Ziviani e don Tullio Salvetti, parroco di Monte Olimpino.
Paolo Ambrosoli, il signor Paolo per tutti, avrebbe voluto un addio semplice da questa vita, iniziata novant’anni fa nella casa accanto alla ditta fondata dal papà Giovan Battista. La casa dove la mamma, Palmira, ha dato alla luce otto figli e uno, Giuseppe, aveva lasciato tutto per farsi medico missionario comboniano, costruire un ospedale in Uganda e morire nella savana da martire.
Ma la vita di Paolo era nella ditta di Ronago: miele e caramelle in tutto il mondo da quasi un secolo. Non era mai al suo posto, in ufficio: o era in officina, ad applicarsi alle macchine, a studiare e a sperimentare con i tecnici i dispositivi più funzionali o era in giro per lo stabilimento, tra gli operai. Non c’era vite che si muovesse senza che il signor Paolo lo sapesse; non c’era cruccio o gioia nei lavoratori che il signor Paolo non condividesse. La sua vita era con Nanà e i quattro figli. Nanà, il grande amore: l’aveva conosciuta in Cile, dove il fratello Costantino gli aveva chiesto di allestire le macchine per produrre caramelle dall’altra parte del mondo. Era figlia di una famiglia di emigranti italiani in America Latina: la vide e due giorni dopo, le chiese la mano. Lei disse di sì e per oltre 50 anni si tennero per mano, tornati in Italia: lei l’ha preceduto per andare a preparargli un posto e lui l’ha raggiunta.
La Provincia di Como
 
(by Apitalia)