Attualità
Il mondo delle api a misura d'uomo
[Condizioni di accesso ai contenuti di Apitalia Online]
 
 
Chi vuole uccidere l’editoria?
[Torna all'indice generale]
  
30 marzo 2010. Una data, questa, che difficilmente l’editoria italiana riuscirà a dimenticare. Che cosa è successo? E’ successo che il ministero dello Sviluppo Economico, attraverso un Decreto, ci fa sapere quanto segue:

Ritenuto di dover provvedere ai sensi dell'art. 1 del decreto-legge
24 dicembre 2003, n. 353, convertito, con modificazioni, dalla legge
27 febbraio 2004, n. 46;
Sentito il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio
dei Ministri con delega all'editoria;

Decreta:

Art. 1
Le tariffe agevolate per le spedizioni di prodotti editoriali di
cui ai decreti ministeriali del 13 novembre 2002 e del 1° febbraio
2005, continuano ad applicarsi fino al 31 marzo 2010.

Art. 2
Con successivo decreto potranno essere determinate tariffe
agevolate per i residui periodi dell'anno 2010, in caso di
sopravvenuto accertamento di disponibilita' finanziarie nell'ambito
del bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il presente decreto ha effetto immediato e sara' pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

Roma, 30 marzo 2010

Il Ministro
dello sviluppo economico
Scajola
Il Ministro dell'economia
e delle finanze
Tremonti

«E allora», si chiederanno gli apicoltori? Allora citiamo Il Sole 24 Ore, non ce ne voglia, per non essere accusati di partigianeria:

Da oggi, sono sospese tutte le agevolazioni per gli abbonamenti postali a libri, quotidiani e periodici. Lo prevede un decreto dello Sviluppo economico pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale che individua nel 31 marzo 2010 l'ultimo giorno di applicazione degli “sconti” tariffari previsti per la spedizione dei prodotti editoriali. Una decisione nell'aria, dettata dall'impossibilità di sostenere ulteriormente gli oneri, a carico dell'Erario, per i rimborsi a Poste Italiane.
Nel 2009, si legge nelle premesse del provvedimento, è risultato, infatti, uno scostamento al rialzo del volume totale delle agevolazioni tariffarie effettivamente praticate superiore al 10% e quest'anno, sottolineano da Via
XX Settembre, le risorse disponibili per le compensazioni - pari a 50 milioni di euro - non sono sufficienti a coprire gli esborsi previsti. Si pensi, che nei primi 3 mesi dell'anno, i "crediti" maturati da Poste per l'applicazione delle tariffe agevolate a favore dell'editoria e del terzo settore, ammontano già a circa 50 milioni di euro. Praticamente, quasi quanto l'intero stanziamento accantonato per tutto il 2010.
Lo Stato quindi stringe la cinghia, anche se il decreto del ministro Claudio Scajola lascia aperta la possibilità di «poter determinare tariffe agevolate per i residui periodi dell'anno 2010». Un'eventualità, tuttavia, subordinata al «sopravvenuto accertamento di risorse finanziarie nell'ambito del bilancio della Presidenza del Consiglio dei Ministri», che, allo stato dell'arte, lascia spazio davvero a poche speranze. Critica il provvedimento, la Fieg, la federazione italiana editori di giornali, secondo cui la «sospensione delle tariffe agevolate avrebbe l'insostenibile effetto di far gravare sugli editori tale onere». Peraltro, con effetto retroattivo: e, cioè, imponendo la tariffa piena non rivista anche agli abbonamenti in corso retti da condizioni non più negoziabili, con un aggravio di costi - dicono -«pesantissimo» per i già difficili bilanci delle imprese che si avvalgono del servizio postale. Chiede un «immediato dietrofront» anche l'Aie, l'Associazione nazionale degli editori, che spinge per l'avvio di un tavolo di confronto con l'Esecutivo «per l'individuazione di soluzioni
sostenibili per tutti i settori interessati».
La sospensione delle tariffe agevolate non piace nemmeno all'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Avremmo preferito, sottolinea l'Antitrust, l'eliminazione del sistema delle agevolazioni tariffarie che -ribadiscono - «privilegia ingiustificatamente Poste Italiane», facendo in modo, piuttosto, che il «pur necessario sostegno» agli operatori dei settori interessati avvenga attraverso forme di credito d'imposta calcolato sulla base delle spese postali sostenute. Una soluzione che potrebbe essere presa in considerazione quando si deciderà di metter mano al sistema di tariffe e contributi. La strada è stata aperta dal decreto milleproroghe di febbraio scorso, che, come si sa, all'articolo 10 sexies, ha fatto slittare il blocco di alcune tariffe al 31 dicembre 2010, con l'esclusione, tra l'altro, delle tariffe postali agevolate. Resta ora da vedere la piega che si deciderà di prendere.

E’ chiaro che l’opposizione dell’editoria è stata ferma è motivita. Questa decisione è la pena di morte per piccoli editori, giornali no-profit e di categoria, giornali cattolici, onlus e tanto altro.

I prezzi di spedizione sono praticamente più che raddoppiati, mentre i giornali hanno raccolto gli abbonamenti tenendo conto delle vecchie tariffe. Apitalia, la voce degli apicoltori, non si farà spegnere. La nostra opposizione sarà ferma e decisa. Non si decreta con colpi di mano.

Questo numero di Apitalia, aprile, arriverà in ritardo agli abbonati perché abbiamo aspettato che qualcosa cambiasse. Sono stati aperti dei tavoli di trattativa e ancora non si è arrivati a nulla, ma noi siamo stati costretti a spedire alle nuove tariffe: non si può far mancare il servizio alle migliaia di nostri soci.

E’ chiaro che nel silenzio generale, come sempre, faremo sentire la nostra voce alle “autorità”.

Ci scusiamo con l’apicoltura italiana anche se le responsabilità vanno cercate in altra sede. E’ questo il modo di far crescere l’occupazione? A voi la parola: fateci conoscere il vostro punto di vista. Certo sarebbe bello, per Decreto, vedere dimezzati gli stipendi dei parlamentari.
 
(by Massimo Ilari)