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Un po’ di chiarezza sull’acido ossalico
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Ill.mo
Signor Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali
Dott. Luca Zaia,
in questo ultimo periodo si è molto discusso del problema “Acido Ossalico”. Il dibattito che si è aperto tra me, Presidente A.N.A.I. (Associazione Nazionale Apicoltori Italiani), e moltissimi apicoltori che mi hanno telefonato è stato non solo interessante e chiarificatore ma ha rappresentato una ulteriore conferma che ancora molto c’è da discutere.
L’Acido Ossalico è comunemente venduto nei negozi di ferramenta ed utilizzato per la concia delle pelli, nel settore del marmo e per la pulizia degli scafi delle barche. Il costo varia da pochi centesimi, per quello ad uso industriale, sino a diverse centinaia di euro per quello destinato alla ricerca e a partire dal grado di purezza. Agli apicoltori che lo utilizzano in alveare consiglio di acquistarlo rivolgendosi sempre alle farmacie o ai negozi specializzati, accertandosi che il venditore abbia una Laurea specifica e richiedendo le schede di sicurezza relative al prodotto.
Il suo uso è oramai più che ventennale e l’Ossalico è stato ampiamente testato. Ne ha dimostrato l’efficacia e la formulazione in soluzione con acqua e zucchero il dottor Antonio Nanetti del CRA Apicoltura di Bologna che, attraverso la ricerca, ci ha potuto fornire dati certi per le dosi e l’utilizzo col metodo della gocciolatura.
Ma, aimè, secondo le vigenti leggi è vietato il ricorso all’Acido Ossalico e chi fosse trovato ad impiegarlo subirebbe le stesse sanzioni di chi ricorre agli “antibiotici”. Come ben sappiamo, l’Acido Ossalico non è un farmaco veterinario anche se c’è un’ampia letteratura scientifica, come già ricordato precedentemente, che ne dimostra l’efficacia nel controllo della Varroasi.
E c’è dell’altro. In questi ultimi anni, si è andato ad affermare l’utilizzo del metodo della sublimazione dell’Ossalico con “fornellini”, di varia forma e dimensione, spesso costruiti artigianalmente, cucchiai da cucina cui è collegata una candeletta per motori diesel, oppure autentiche “spingarde” in rame che sono riscaldate con comuni “fiaccole” da idraulico. Il tutto usato, spesso, senza guanti e senza maschera specifica. E magari, per chi fuma, con la sigaretta accesa.
Poche Regioni (Piemonte, Valle D’Aosta, Lombardia e Calabria) ne consentono l’impiego in deroga, per facilitare il lavoro degli apicoltori. E gli altri che fanno? Occorrerebbe fornire strumenti adeguati.
La cosa più grave è che le Associazioni locali continuano a muoversi in ordine sparso, ma non è colpa loro, senza tener conto che il problema è collettivo, mentre la Legge e coloro che la fanno applicare, quando agiscono, si muovono all’unisono. E’ giunto il momento di tendere una mano a tutto il settore e chi meglio di Lei Ministro apicoltore.
Obiettivo dell’A.N.A.I., allora, è di richiedere la deroga all’impiego dell’Acido Ossalico, impiegato anche in Agricoltura Biologica, alla Signoria Vostra Illustrissima, su tutto il territorio Nazionale. E poniamo alla Sua attenzione che la richiesta di deroga possa essere coordinata direttamente dalla Presidenza del CRA apicoltura, Organo Scientifico ad hoc, super-partes, e che opera sull’intero territorio nazionale.
Una ultima notazione. Sarebbe stato preferibile che il documento in oggetto avesse visto la firma congiunta delle Associazioni apistiche ma visto che non è stato possibile le rivolgo la richiesta in qualità di Presidente dell’A.N.A.I., ricordando sempre che le api ci insegnano ogni giorno l’unione e il motto dell’A.N.A.I. è “Uniti per l’Apicoltura”.


Convinto della Sua cortese attenzione
Distintamente La Saluto
Sergio D’Agostino
Presidente ANAI
 
(by Presidente A.N.A.I. - Sergio D’Agostino)
 
 
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