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Le api della Zip dicono che l’aria è buona
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E’ quanto emerge dai risultati del biomonitoraggio su miele, cera e insetti, condotto nel 2008 al Parco delle Energie Rinnovabili, in linea con il trend positivo registrato nel 2007. Miele buono, aria buona. E se l’aria in questione è quella della zona industriale padovana allora le api di Terranegra (PD) portano davvero una buona notizia. Dopo i risultati preliminari del 2007, il trend positivo sulla qualità dell’aria è confermato dai dati definitivi del biomonitoraggio condotto nel 2008 dalla Fondazione Fenice all’interno del Parco delle Energie Rinnovabili, in linea con i dati del primo rapporto trimestrale del Cnr.
Attraverso l’analisi di miele, cera, polline e tasso di mortalità delle api è possibile, infatti, determinare i livelli di pesticidi, metalli pesanti e idrocarburi presenti nell’aria e assorbiti dal suolo e dalla vegetazione, in un ambito di 7 km2, ovvero l’ampiezza del territorio perlustrato dalle api bottinatrici. E anche quest’anno il verdetto dell’alveare ci dice che non sussistono particolari problematiche di inquinamento nell’area in oggetto.
L’analisi, condotta in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie che ha messo a disposizione strumenti e metodologie, ha preso in esame campioni di miele, cera e api. E i livelli di inquinamento urbano e industriale, sotto forma di metalli pensanti, sono risultati nulli o bassi, dal momento che nel miele si è riscontrata una totale assenza di cadmio e un valore medio di piombo pari a 87 ng/g, inferiore al livello di attenzione di 100ng/g. Nella cera, invece, non si sono trovate tracce di idrocarburi, policlorobifenili e pesticidi, mentre nelle api morte sono stati riscontrati principi attivi legati solo all’utilizzo di trattamenti ortofrutticoli.
Un risultato certamente incoraggiante, dal momento che, a differenza delle tradizionali rilevazioni, l’analisi delle api e dei loro prodotti non fotografa semplicemente lo stato dell’aria in un determinato momento, ma riesce a restituirci un’immagine del livello di sostanze inquinanti che nel tempo si accumulano nel suolo ed entrano nella catena alimentare. Una conferma per Fondazione Fenice, impegnata da anni in una operazione di riqualificazione dell’area attraverso la messa a coltura di 36.000 nuove piante, al servizio dell’educazione ambientale e delle nuove energie.
 
(by Padova News)