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A proposito di moria d’Api…
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Riceviamo e gentilmente pubblichiamo

Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali

Alla cortese attenzione del Capo Dipartimento Dottor Giuseppe Ambrosio

Ill.mo Dott. Ambrosio,
lo slittamento della riunione da Lei indetta per il settore apistico dal 29 Luglio 2008 al 30 Luglio 2008 presso codesto spettabile Ministero non mi ha permesso di essere presente per improrogabili appuntamenti di lavoro già programmati.
Ho provveduto affinché l’Associazione da me presieduta (A.N.A.I.) fosse presente nella persona del Dott. Massimo Ilari (Direttore Editoriale di Apitalia) nel ruolo di Addetto Stampa.
Sono stato relazionato minuziosamente sull’andamento della riunione e a tal proposito sono in linea con quanto da Lei espresso.

Non sono in grado di fornirle nessun dato ufficiale sulla moria delle api, in quanto nessuno dei nostri associati ha mai presentato una regolare denuncia presso le competenti A.S.L. di appartenenza.
Sino ad oggi nessuno è stato in grado di fornire dati certi, come emerge chiaramente dalle pagine di Apitalia e con particolare riferimento alle posizioni espresse in modo continuativo dalla Dott.ssa Bondi, responsabile Veterinario presso la A.S.L. di Siena.

Non nego che la moria delle api non ci sia stata, ma se non si cerca di fare un’analisi rispondente all’evoluzione del fenomeno non sarà possibile trovare una soluzione accettabile.

Mi permetto di esporre sinteticamente, in sequenza, quanto accaduto:

- L’inverno 2006/07 è stato caratterizzato da un generale clima mite e la varroasi ha proseguito il suo devastante lavoro che ha portato gli apiari alla primavera, molto indeboliti.
Avendo messo a disposizione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio eToscana, i miei alveari, per la formazione dei Veterinari Regionali ho anticipato di ben due mesi i controlli e gli interventi.
Nell’immediato non posi attenzione al fenomeno e solo la casualità di aver partecipato a questo lavoro mi ha permesso di sopportare meglio la moria delle api che poi si è presentata.

- La primavera 2007, poco piovosa, ha messo ancora più in evidenza il potenziale dei neonicotinoidi e di quant’altro utilizzato in agricoltura, aggravando la situazione di mortalità.
La nosemiasi è esplosa con forza e nel frattempo a livello mondiale si è presentato il fenomeno della sindrome da spopolamento.

In primavera, gli entomologi italiani, riuniti in congresso hanno cercato di dare delle risposte e tra tutti i fattori negativi individuati è emerso il fatto di una non corretta gestione degli alveari.

- L’estate 2007 si è presentata molto calda, bruciando anticipatamente le fioriture.

- L’anno corrente ha visto impegnati gli apicoltori per reintegrare le perdite del 2007 a scapito della produzione di miele che è stata anche compromessa da una primavera molto piovosa.
La scarsa produzione sta determinando un forte aumento dei costi del miele.

Questa sintesi non vuole assolutamente sminuire il danno subito dall’apicoltura Nazionale a causa dei neonicotinoidi e di tutte quelle sostanze inquinanti che sono immesse nell’atmosfera a vario titolo. Una evoluzione climatica sfavorevole ha messo in evidenza il potenziale distruttivo dei neonicotinoidi, quello che io chiedo è che si intervenga affinché ci sia un controllo forte sull’utilizzo di queste sostanze.
Le leggi ci sono, vanno solo fatte rispettare.

I problemi in apicoltura sono molteplici, Lei sta toccando con mano una situazione molto complessa.
A mio parere gli apicoltori devono fare gli apicoltori ed i ricercatori devono svolgere il lavoro per cui sono pagati, quando si mischiano i ruoli si crea caos.

Come associazioni siamo in continuo conflitto ed anche i ricercatori lavorano in modo scollegato.
Confido nella determinazione da Lei espressa per trovare soluzioni che ci aiutino a superare questo momento difficile.

Disponibile per eventuali chiarimenti ed approfondimenti

Cordiali saluti
Presidente A.N.A.I

Sergio D’Agostino
 
(by Apitalia)