No alla sospensione di alcuni pesticidi, necessari per la concia delle sementi, sì a misure alternative di prevenzione. E’ questa la posizione dell’Ais - Associazione italiana sementi, 170 aziende associate - sugli intenti da mettere in campo rispetto al problema della moria delle api. L’associazione è intervenuta al tavolo aperto presso il ministero delle Politiche agricole per minimizzare l’eventuale ruolo della concia delle sementi di mais nel fenomeno. “Il controllo del residuo polveroso delle sementi conciate - spiega l’Ais - insieme all'adozione di comportamenti precauzionali durante le operazioni di semina e all’introduzione di modifiche alle seminatrici pneumatiche, sono interventi cautelativi che possono essere attuati a partire già dalle prossime semine”. Accanto all’adozione di misure alternative, per l’associazione occorre però monitorare tutti i possibili motivi di mortalità delle api. “La concia delle sementi non può essere chiamata in causa - sottolinea Marco Nardi, direttore di AIS - per giustificare morie che si verificano anche in zone dove non si coltiva mais o in periodi ben lontani dalle epoche di semina”. Secondo l’AIS la coltura del mais nel 2008 ha raggiunto 1.120.000 ettari, con un aumento del 3% rispetto alla scorsa campagna. Il 90% della superficie è concentrato nelle Regioni del Nord: Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna e Friuli. La concia delle sementi con i prodotti neonicotinoidi è un intervento ritenuto fondamentale per difendere la coltura del mais dagli insetti che attaccano le radici ma anche la foglia delle piante. Con la concia industriale del seme si arriva a distribuire in media su ogni ettaro di mais circa 65 grammi di principio attivo; ricorrendo in alternativa, secondo i vecchi metodi di lotta, agli insetticidi geodisinfestanti, verrebbero invece distribuiti circa 500-600 grammi di principio attivo per ettaro. |