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Moria api: Slovenia sospende neonicotinoidi, Italia fuorilegge
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Secondo quanto appreso dal VELINO, dopo Francia e Germania, anche la Slovenia avrebbe sospeso l’autorizzazione d’uso dei neonicotinoidi, i pesticidi sistemici usati per la concia delle sementi che entrano nel ciclo vitale delle piante persistendovi fino al momento della fioritura. Rendendo il fiore un inganno letale per i preziosi insetti. Soddisfazione espressa da Francesco Panella, presidente dell'Unione nazionale delle associazioni di apicoltori (Unaapi).“A seguito dell’uso di sementi contenenti nuovi e potentissimi pesticidi nel mese di maggio in intere regioni coltivate a mais si è verificata l’ecatombe delle api di campo”, ha dichiarato al VELINO. Nei tre distretti principali della Slovenia vocati alla cultura del mais nei dintorni della capitale Lubiana e vicino alla Croazia, nei pressi di Brezice, gli apiari sembrerebbe siano stati interessati dalle molecole chimiche autorizzate dalla Comunità europea. “A fronte dell’evidenza il governo sloveno ha deciso l’immediato divieto d’uso di Poncho e Gaucho della Bayer e del Cruiser della Syngenta e ha stanziato un importante fondo appositamente per sostenere e rimborsare gli apicoltori colpiti”, tuona Panella.

La decisione slovena richiama quanto disposto già quattro anni fa dalla Francia. I cugini d’oltralpe sospesero infatti, in base al principio di precauzione, l’autorizzazione d’uso di questi pesticidi – reputati dagli esperti come tra le cause principali della moria delle api che si sta verificando in Italia e in Europa - su tutte le colture visitate dagli insetti pronubi. E come se non basasse, la Germania, il paese della Bayer, dopo appena quindici giorni dalla prima segnalazione, ha seguito l’esempio francese. “Il 28 di aprile di questa primavera ha avuto la prima segnalazione di apicidio – precisa Panella - e il 15 maggio ha saputo assumere la decisione di vietarne l’uso. E l’Italia cosa fa? Nonostante le promesse di studiare il fenomeno tutto tace”. E poi un altolà al proposito emerso nel corso del primo Consiglio dei ministri a Napoli, di un taglio ai fondi stanziati per l’apicoltura dal precedente governo Berlusconi. Si tratta della legge 313 del 24 dicembre 2004 approvata sotto il precedente governo Berlusconi, che fissa una dotazione finanziaria per interventi a favore dell’apicoltura, riconoscendone la valenza “di interesse nazionale”. Un comportamento, secondo Panella, “speculare rispetto all’omologo sloveno”.

Ma non è tutto. Se in Europa si cominciano a prendere i primi provvedimenti rispetto ai neonicotinoidi e alle conseguenze che il loro uso comporta all’apicoltura - e si prefigura una reazione a catena - in Italia c’è anche chi non rispetta la legge. E di fronte a una “totale inerzia delle autorità” gli apicoltori italiani si sono improvvisati investigatori. “Vogliamo dimostrare che i neonicotinoidi sono la causa sia degli apicidi primaverili, sia degli avvelenamenti di api riscontrati nel corso della fioritura di girasole del mese di luglio 2007”. Da analisi sulle api morte svolte da un laboratorio privato su commissione di Aspromiele, l’associazione apistica piemontese, è emersa la presenza dell’imidacloprid, il principio attivo della Bayer, alla base del Poncho e del Gaucho, prodotti per la concia delle sementi del mais, e del thiametoxan, principio attivo del Cruiser della Syngenta. Il fatto è che queste molecole non sono autorizzate in Italia per i semi di girasole, tanto da non essere neppure contemplate dalle etichette dei sacchetti di semi di girasole. Ma qualcosa non ha funzionato e c’è chi ha infranto la legge. A scapito dei preziosi insetti garanti della biodiversità. Aspromiele ha provveduto ad acquistare presso un distributore agricolo nell’Alessandrino una confezione di semi di girasole e ha fatto effettuare l’analisi chimica dei pesticidi presenti.

È furibondo il presidente di Unaapi: “Il risultato analitico ha confermato i peggiori sospetti con la presenza di ben due neonicotinoidi: imidacloprid (109 ppb) e thiametoxan (233 ppb), entrambi non citati in etichetta”. Questo vuol dire che in provincia di Alessandria sono stati seminati campi di girasole contenenti neonicotinoidi, non riportati in etichetta. “Sono di conseguenza possibili e probabili nuove stragi di api. Il settore apistico dovrà nuovamente subire, dopo gli apicidi già avvenuti in questa primavera in occasione della semina del mais e soprattutto dopo gli avvelenamenti già accaduti in occasione della fioritura del girasole lo scorso anno, nuovi ed estesi apicidi nel prossimo mese di luglio senza che nessuno intervenga”, spiega Panella. “Nel frattempo – conclude – abbiamo comunicato questa illegalità alla Procura della Repubblica di Torino”.

“Sono molto contento che la questione si allarghi oltre confine. Se l’Italia rimane sorda e non dovesse applicare il principio di precauzione sarebbe veramente uno scandalo”. Questo quanto commenta al VELINO Massimo Ilari, direttore editoriale di Apitalia, la rivista specializzata di settore. Ora, secondo Ilari, le istituzioni devono fare delle controanalisi “per dimostrare la veridicità di quanto rilevato dalle analisi commissionate da Aspromiele”. Ma quello dei neonicotinoidi è solo la punta di un iceberg “della totalità dei veleni usati in agricoltura”. E secondo Ilari, lo scandalo dei neoicotinoidi “ha assunto dimensioni tali da non poter essere più smentite”.
 
(by Apitalia)