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Il miele ottimo per leccarsi le ferite
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Spalmare il miele sulle cicatrici dopo un intervento chirurgico è un toccasana per la corretta cicatrizzazione della pelle; non è il classico rimedio “fai da te” (per altro, tale pratica era utilizzata sin dai tempi degli egiziani, anche se qualcuno potrebbe parlare di scarse conoscenze scientifiche degli egizi) ma una vera e propria applicazione che i chirurghi dovrebbero consigliare, all'occorrenza, ai loro pazienti. A sostenerlo una ricerca pubblicata sulla rivista International Journal of Clinical Practice, uno dei più prestigiosi giornali scinetifici del Regno Unito.
In realtà il miele, oltre che un ottimo nutriente, potrebbe essere usato per trattare molti disturbi che vanno dai problemi del tratto gastrointestinale sino ad arrivare a quelli di natura oftalmica. La spiegazione? Ha una potente azione antibatterica dovuta al pH acido, che ostacola la crescita batterica, alla elevata concentrazione di zuccheri e alla presenza di acido formico, calcio, ferro sodio e potassio: aumentano la pressione osmotica e ostacolano la sopravvivenza dei germi.

Importante è anche l'azione di un enzima, la glucoso-ossidasi, che produce acqua ossigenata, una componente annoverata tra le inibine proprio perché ostacola la crescita batterica.

Negli ultimi anni sono aumentate le ricerche sulle qualità del miele soprattutto a causa della capacità dei batteri di sviluppare resistenza agli antibiotici.

“I dati disponibili in letteratura indicano che dovremmo usare maggiormente il miele e non solo per le sue capacità nutrizionali”, hanno dichiarato gli autori dello studio.
 
(by Khan FR et al. Honey: nutritional and medicinal value. Int J Clin Pract )