Porrini: I neonicotinoidi sono la causa della moria di api 2 volte su 3 [Torna all'indice generale] |
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Questo ha portato i ricercatori statunitensi a ipotizzare, sebbene l’Iapv sembri essere il fattore determinante della Ccd, il concorso però di più cause come la combinazione con altre infezioni o condizioni di stress quali l'impiego di pesticidi nelle colture o negli stessi alveari per il controllo di altre malattie. “È ancora tutto da verificare”, spiega Porrini. “Il Ccd è segno di un forte disagio ambientale da parte delle api che, essendo insetti estremamente sensibili, reagiscono abbandonando gli alveari”. Secondo il ricercatore di Bologna, “ci saranno sempre studiosi che indicheranno una causa unica della moria delle api ma in realtà sono una serie di fattori che, interagendo, provocano la grave sindrome”. È comunque da ritenere importante che un nuovo virus venga associato al Ccd, prosegue Porrini, “ma le previsioni dicono che questo fenomeno negli anni a venire sarà purtroppo sempre più frequente”. Da non confondere però la sindrome dell’abbandono degli alveari, che secondo l’etologo, si è sempre verificata fin dal 1904, con gli effetti che i pesticidi usati nell’agricoltura provocano sui preziosi insetti. “Sono tre i periodi dell’anno in cui si verifica la strage delle api”, spiega. “Solo uno è imputabile alla sindrome dell’abbandono degli alveari, quindi al Ccd, e si presenta a gennaio-marzo”. Ma per gli altri due, che si verificano in primavera e in estate esattamente in corrispondenza della semina del mais e dei trattamenti ai fruttiferi per i quali vengono usati i neonicotinoidi, pesticidi sistemici che entrano nella linfa vitale delle piante e colpiscono i centri nervosi degli insetti che ne vengono a contatto, “sono certamente i fitofarmaci i veri responsabili”. Le ricerche italiane sulla strage delle api sono tuttavia ferme causa la mancanza di fondi sebbene Maurizio Desantis, dirigente dell'ufficio qualità prodotti agroalimentari divisione fitosanitaria, fertilizzanti e delle sementi del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) avesse dichiarato il 12 aprile scorso al VELINO che avrebbe mandato “quanto prima una lettera direttamente al ministro delle Politiche agricole, Paolo De Castro, e una scheda riepilogativa al direttore generale del ministero per reperire i fondi necessari all’avviamento di una sperimentazione pubblica”. Porrini prosegue: “Per fortuna gli Stati Uniti si sono resi conto della gravità del problema e dell’importanza che le api hanno per il mantenimento degli ecosistemi e della biodiversità e hanno subito stanziato i fondi necessari per avviare adeguate ricerche. In Italia tutto questo è impossibile. I nostri politici non hanno idea di cosa le api possano significare per il nostro paese e di conseguenza mostrano un totale disinteresse”. |
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(by il Velino - Edoardo Spera) | |