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Campagna del miele nel segno della variabilità
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Negativa la produzione del miele di acacia, salvo nelle aree del Nord-est, mentre particolarmente buona è stata la raccolta del miele di agrumi, talora con produzioni molto abbondanti.
E' all'insegna della variabilità questo avvio della stagione apistica 2007, con una vistosa inversione di tendenza che vede aumentare la produzione di miele di agrumi rispetto alle ultime annate e registra una drastica flessione nella produzione di miele di acacia. Alla fine della terza settimana di maggio sono già concluse le due produzioni italiane più importanti, specialmente per quanto concerne la stagione primaverile.

Acacia, anno da dimenticare
Ebbene, per il miele di acacia (o meglio Robinia pseudoacacia) la produzione è stata complessivamente molto negativa. La fioritura è stata precoce e omogenea, sostanzialmente in contemporanea in tutte le latitudini e a tutte le altitudini e ciò non ha nemmeno consentito ad apiari ben collocati di distinguersi in modo significativo, né lo spostamento ad arte degli alveari. La fioritura inoltre è stata breve, interrotta soprattutto nel Nord-ovest dalle piogge di fine aprile. Nella generalità anche in piena fioritura è sempre stata scarsa la resa in nettare, probabilmente a causa della siccità. In definitiva, a parte gli areali vocati, collocati nel Nord-est, che hanno raggiunto produzioni nella media con punte di 25-30 kg/alveare, nel resto dei territori vocati le produzioni sono state molto scarse come in Piemonte, alta Toscana e Liguria orientale (5-10 kg/alveare) e leggermente migliori nel Novarese, nell'Alessandrino, nel Milanese e nel Varesotto (10-15 kg/alveare). È stata invece un'ottima annata per il miele di agrumi, che ha raggiunto produzioni molto abbondanti soprattutto in Puglia, Basilicata e nella Calabria settentrionale. In queste zone la produzione media si è assestata attorno ai 30-35 kg/alveare con aree in cui si sono comodamente raggiunti i 45 kg/alveare. Buone anche le produzioni nella Piana di Catania (30 kg/alveare), mentre nel resto delle aree vocate di Calabria e Sicilia si sono raggiunte produzioni inferiori (15-20 kg/alveare). E’ andata molto male la produzione di asfodelo in Sardegna, mentre ci sono buone aspettative per la produzione del miele di cardo. Sono da considerarsi insoddisfacenti le produzioni dell'Italia centrale e meridionale (a nord della fascia di produzione degli agrumi). In Abruzzo, ad esempio, è stata soddisfacente la produzione di sulla per chi aveva le famiglie di api in buono stato. In quell'area infatti sono stati segnalati consistenti danni da peste americana, che non hanno consentito di raggiungerc i livelli produttivi che le fioriture avrebbero potuto assicurare, come appunto nel caso della sulla. Nell'Italia centrale si è avvertito molto il peso della siccità, a cominciare dalla produzione del miele di acacia, che è stata scarsissima. Si sta attendendo la fioritura del castagno, che si teme essere scarsa a causa della siccità. Un anno quindi all'insegna della variabilità, con il Sud che segna parecchi punti a proprio vantaggio. C'è ancora un'intera estate davanti ma, considerato l'andamento meteorologico, le aspettative non sono eccezionali.

«Campagna del miele nel segno della variabilità» di Gianfranco Naldi, è stato pubblicato su L’Informatore Agrario n. 21/2007, 25-31 maggio che ne autorizza la pubblicazione sul portale di Apitalia.
 
(by Apitalia)