Se gli Ogm sterminano le api si rischia una catastrofe per il Pianeta [Torna all'indice generale] |
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![]() E’ quel che sta avvenendo. Le api scompaiono a milioni, interi alveari spariscono nel nulla. Tutto è cominciato negli Stati Uniti, dove i produttori di miele allarmatissimi chiamano il misterioso evento “Colonies Collapse Disorder”, denunciando riduzioni delle colonie di insetti del 70-95 per cento. Ed ora, il fenomeno si sta producendo in Europa, a cominciare dalla Germania. «E’ a rischio il futuro stesso dell’apicoltura», ha detto Walter Haefeker, direttore dell’Associazione Apicoltori Tedeschi. E’ stato Haefeker a ricordare la profezia di Einstein sulla rivista del settore. Felix Kriechbaum, dell’Associazione bavarese degli agricoltori, spiega: «Non troviamo api morte negli alveari. Le nostre api scompaiono senza lasciar traccia. Sicché è difficile capire la causa della catastrofe». Possono esserci varie malattie che fanno perdere ai benefici insetti il senso d’orientamento, sicché non riescono più a ritrovare l’alveare. Qualcuno ha accusato le onde emesse dai telefoni cellulari, ma non dev’essere del ramo. Gli apicoltori tedeschi accusano chi la “varroa”, un microscopico parassita delle api arrivato dall’Asia; chi i troppi pesticidi sparsi sulle coltivazioni e chi le monoculture. Tutti, però, tendono a puntare il dito sulle sementi geneticamente modificate (OGM). E di fatto parecchi apicoltori tedeschi si sono rivolti ai tribunali per ottenere misure più severe contro l’espansione dei campi coltivati a OGM. In Europa, la Commissione ha cercato di liberalizzare l’uso di OGM, come al solito obbedendo alle lobbies dell’agricoltura ingegneristica che ha già strappato la piena legalizzazione in Usa; la rivolta dei consumatori l’ha costretta a sospendere il provvedimento, ma in via provvisoria. E il divieto non pare essere osservato con il necessario rigore. Le piante transgeniche sono state appunto modificate nel DNA, nel 70% dei casi, per renderle resistenti a potenti erbicidi, che altrimenti le ucciderebbero. Un altro 18% delle sementi miracolo sono modificate in modo da produrre i propri pesticidi “naturalmente”, e quindi ridurre il bisogno di irrorare le coltivazioni contro insetti e parassiti; un altro 11 per cento delle sementi OGM è sia resistente agli erbicidi, sia produttore di insetticidi “naturali”. Le prime assicurano enormi guadagni alle aziende biotech, perché l’agricoltore che compra quelle sementi è obbligato anche a comprare il diserbante adatto, e prodotto e brevettato dalla stessa ditta. La concentrazione dell’erbicida viene aumentata drammaticamente, perché la pianta OGM sopravvive, mentre tutto muore attorno: erbacce, insetti, funghi, microbi…. Ma anche uomini e animali, sospettano da tempo serie organizzazioni ambientalisti. Un mais trasngenico, il cui uso è stato autorizzato dall’Unione Europea, provoca danni al fegato e ai reni dei topi da laboratorio che ne sono stati nutriti. Lo ha confermato l’autorevole Comitato di Ricerca Indipendente sulla Genetica (Criigen) di Parigi, che ha pubblicato i risultati dei suoi studi su Archives of Environmental Contamination and Toxicology il 13 maggio 2007. E il punto è che questo studio non fa che reinterpretare i dati forniti dalla stessa nota casa produttrice, nel voluminoso rapporto (mille pagine) che assicurava la innocuità del prodotto, e in base al quale la multinazionale ha fatto lobby per strappare alla commissione Ue l’autorizzazione al commercio. Difatti, le “prove” cliniche e sperimentali sono invariabilmente quelle fornite dalla ditta interessata: gli esperimenti sono costosissimi, e «non ci sono fondi pubblici per condurre queste ricerche in modo indipendente», dicono i tossicologi del Criigen. Le sementi OGM sono “infettate” con geni di un batterio che si trova nel terreno, e che produce un pesticida naturale, il BT. Poiché è “naturale”, argomentano gli interessati al business genetico, non è pericoloso. Ma le piante OGM sono concepite per produrre il BT in quantità enormi e del tutto innaturali. Tanto da produrre potenti allergie nei lavoratori dei campi a semente transgenica. E in India, sono segnalati casi di pecore morte dopo aver mangiato germogli di cotone OGM. Una pianta OGM (cotone, ma anche soia e mais) produce il BT in ogni parte, foglie, radici, germogli, fiori. Anche il polline è ricchissimo di questo fungicida. E’ evidente il sospetto che le api, che volano di fiore in fiore a portare il polline da una pianta all’altra, possano essere le vittime primarie del progresso scientifico-affaristico. E infatti, un recente studio condotto dall’Università del Quennsland (Australia) ha mostrato che sui campi in cui crescono coltivi transgenici volano molto meno api che sugli altri. Peggio. E’ in commercio un mais modificato capace non solo di produrre un suo antibiotico “naturale”, ma anche di inattivarlo in forma non tossica poco dopo. Solo che si è scoperto che l’antibiotico-insetticida ritorna alla sua forma tossica nell’intestino degli animali e uomini che mangiano quel mais. |
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(by Maurizio Blondet ) | |