Vespa Velutina: Ricerca, Apicoltori e Regioni fanno Rete [Torna all'indice generale] |
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![]() Dopo gli interventi delle Regioni e dei due rappresentanti delle Organizzazioni Nazionali FAI e UNAAPI (rispettivamente Stefano Dal Colle e Giuseppe Cefalo), riconducibili ad una piena condivisione dell’urgente azione di contrasto alla Vespa velutina, contestualmente alla richiesta autorizzativa al Ministero della Salute (Servizi Farmaceutici – Biocidi) del prodotto e del metodo (che non vedrà risultati in tempi brevi), è stato deciso l’invio al Ministero della Salute della richiesta di una applicazione del “Metodo Z” (Metodo Zagni) nelle due Regioni Toscana e Veneto. A stretto giro, pertanto, i componenti della nuova Piattaforma “Stop-Velutina” produrranno una bozza di notifica da sottoporre alle successiva sottoscrizione da parte di tutti i soggetti presenti all’incontro. I componenti della Piattaforma che si sta così strutturando si sono espressi a favore della metodologia illustrata, che si prefigge di contenere e allentare la pressione nelle zone ad alta colonizzazione, essendo l\'eradicazione ormai altamente improbabile. Continua a dare quindi risultati il lungo lavoro di Apiliguria che, in stretto coordinamento con la FAI e con l’UNAAPI, ha promosso azioni di sensibilizzazione a partire dal 2013, segnalando la presenza effettiva del Calabrone asiatico e rappresentando alla comunità apistica e alle Istituzioni locali i grandi rischi cui si andava incontro. L’esemplare e concreta azione promossa fin qui da Apiliguria, coordinata sul campo da Nuccio Lanteri e Fabrizio Zagni (http://api.entecra.it/index.php?c=pp&id=199), oltre che a un fattivo e pratico intervento sul campo, è andata nella direzione di coinvolgere più forze possibili, in primis la Regione Liguria, la FAI Nazionale e in seguito il CREA, le Università di Torino, Firenze e Pisa. Ci sono state varie fasi, proseguite a partire dalla primavera 2013, con la distruzione dei primi nidi, sopperendo alla lentezza delle Autorità preposte e organizzando una rete territoriale di monitoraggio delle squadre di distruzione dei nidi, corsi per verificatori e distruttori volontari organizzati. Azione che nei primi anni è stata operata gratuitamente, distruggendo centinaia di nidi, e nell’assunzione dei costi economici oltre che dei rischi personali e verso terzi. Non è mancata, nel frattempo, la continua azione di informazione e formazione del comparto, attraverso convegni ed incontri tematici in moltissime sedi regionali oltre che nello spazio Convegni curato da FAI nel programma di almeno due edizioni di Apimell, la Fiera Nazionale dell’Apicoltura. Un lavoro molto impegnativo che ancora una volta l’Associazionismo apistico, territoriale e nazionale, ha svolto volentieri tutti coscienti – gli apicoltori locali e le loro realtà Associative e di rappresentanza, del proprio ruolo sociale, legato non solo alla produzione, ma anche alla salvaguardia del patrimonio apistico e del territorio, oltre che al contenimento di una emergenza che travalica i confini del mondo apistico e rappresenta motivo di preoccupazione anche per la collettività. Impegno del mondo apistico che non trova analogo riscontro da parte delle Istituzioni (Ministeri dell’Ambiente, dell’Agricoltura e della Salute) ancora alla ricerca della definizione di una propria area di competenza in materia di “invasione di una specie aliena nel territorio nazionale”. A fondo pagina il link per scaricare il Comunicato Stampa |
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(by Apitalia - 20.07.2017) | |
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