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Festa di Sant'Ambrogio “Patrono degli apicoltori”
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(Ambrogio, un Santo scomodo e imprevedibile)

Da “Sant'Ambrogio e l'invenzione di Milano” di Dario Fo e Franca Rame (Edizioni Einaudi) dal quale è stato tratto un omonimo spettacolo teatrale, riportiamo le considerazioni che seguono:

Sembrerà assurdo che Ambrogio, primate della città di Milano (nel 370 dopo Cristo) a cui diede massimo lustro, davanti al quale s'inchinarono imperatori, papi e vescovi, si trovi ad essere quasi uno sconosciuto nella sua città e nell'Italia intera.
No, in verità ogni anno, il 7 dicembre, alla memoria della sua nascita è dedicata la première musicale al Teatro alla Scala, alla quale sono presenti tutti i notabili delle consorterie e del governo, banchieri, faccendieri, uomini d'industria e degli affari e qualche generale. Le signore sfoggiano abiti preziosi ed eleganti. Fuori, ad accoglierle ogni volta puntuali, non mancano contestatori che lanciano uova più o meno marce.
Dopo l'andata in scena dell'opera il sindaco offre un gran pranzo, tutto a spese del Comune, con più di 500 invitati di rango, 100 camerieri, e la presenza di carabinieri in alta uniforme; ancora in suo onore, in quei giorni s'inaugura una fiera molto popolare detta degli Oh béj, oh béj dove si vendono giocattoli, torroni e leccornie per ragazzini e, sempre una volta all'anno, le persone più meritevoli vengono premiate con l'Ambrogino d'oro, una moneta di dimensioni ridotte su cui è inciso il ritratto del santo.
Tutto qui? No, in tutta la provincia lombarda in quel giorno si preparano tortellini da cuocersi in un brodo intenso e profumato. Questo piatto è chiamato la «Raviolata d'Ambrogio». Manca solo che gli si dedichi una lotteria e una gara di corsa campestre per ricordarlo come si deve.
Ma questo santo non merita qualche attenzione in più? Da dove viene, dove nasce, come s'è fatto vescovo? Per quale motivo al suo tempo godeva di tanta fama, al punto di esser conosciuto, rispettato e temuto dai barbari germanici ai sapienti greci...
Il premio Nobel (vivente) Dario Fo, in modo del tutto originale, ci racconta di quest'uomo che all'età di trentacinque anni circa si ritrova con sua meraviglia acclamato vescovo e implorato dalla popolazione ad accettare, a buttare alle ortiche l'abito di uomo del potere imperiale (amministratore, giudice, governatore, cioè al culmine della carriera), a calzare la stola e a impugnare il bastone del pastore d'anime. Ci racconta di come Ambrogio, che prima del gran volo non professava alcuna fede, completamente estraneo al problema religioso, si sia buttato nel nuovo ruolo con un impegno e una passione stupefacenti. Di come abbia rischiato di essere ammazzato decine di volte, di come abbia sollevato la gente contro l'imperatore e contro la trivialità dei ricchi.
Tra l'altro Ambrogio diceva: «Siamo atleti, combattiamo in uno stadio dove dobbiamo stupire e vincere oltre che convincere, dobbiamo lottare essendo in forma. Siate meditanti, allenati, massaggiati con l'olio della letizia, con l'unguento che dimagra, il vostro cibo sia sobrio e privo di lussuria, il vostro bere sia molto parco, affinché non siate sorpresi in ebbrezza. L'atleta non deve mai darsi all'ozio dicendo “ho vinto lo scontro di ieri, ora mi godo la pausa". Siate sempre pronti a ricominciare».

Con questo appuntamento, il Comune di Sant'Ambrogio sul Garigliano (FR), gli Apicoltori locali, le Associazioni, i Ragazzi delle Scuole e gli Insegnanti, la Chiesa locale, tutte le Persone sensibili a questa figura originale di Santo, si impegnano in questa attività di ricerca e conoscenza, per farne un punto di riferimento nei suoi valori.
 
(by Comune di Sant\'Ambrogio, coadiuvato da un Gruppo di Apicoltori locali - 16.11.2015)