Sempre a proposito di Aethina tumida [Torna all'indice generale] |
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![]() E' chiaro che al ministero della Salute, più volte chiamato in causa, è riservato lo stesso spazio per eventuali considerazioni Buonasera Massimiliano, ti ringrazio per l’informazione e ti prego di aggiornare tutti quando l’interrogazione presentata riceverà risposta. E’ fondamentale che all’unità di crisi composta dal ministero della Salute vengano al più presto aggiunte o affiancate le necessarie competenze entomologiche, agronomiche e apistiche, in modo che sia possibile coordinare un piano di monitoraggio e contenimento efficiente ed efficace, cosa che fino ad oggi è mancata. I controlli infatti non seguono alcuna logica, e utilizzano metodiche tanto dispendiose in termini di risorse umane, quanto inefficaci per gli strumenti utilizzati (nella striscia in polionda trasparente gli adulti di Aethina tumida non si rifugiano: almeno dovrebbe essere nera o dipinta di nero per non fare entrare la luce!). A mio modesto parere, un reticolo perimetrale di nuclei esca, controllati almeno con cadenza quindicinale, garantirebbe migliori risultati pur finanziando con pochissime risorse. Controllare decine di migliaia di alveari, singolarmente, è un impresa titanica. Controllarli in piena stagione apistica, impossibile. La Calabria presenta un primo restringimento naturale a Sud di Catanzaro e un secondo a Sud di Castrovillari. Credo sia in queste due fasce di territorio in cui si devono concentrare gli sforzi per tentare di bloccare o quantomeno rallentare la diffusione verso Nord dell’Aethina tumida, se dovesse essere oltrepassato il perimetro dell’attuale zona di protezione. Ma per sapere se l’Aethina tumida si è ulteriormente diffusa serve, immediatamente, un monitoraggio o in tutti gli apiari noti della fascia perimetrale, o su dei nuclei “esca” fortemente attrattivi, opportunamente distribuiti. Forse nell’unità di crisi ci vorrebbe anche un esperto di strategia militare.. Come avrai capito, è fondamentale che le Associazioni Nazionali si presentino unite con delle richieste e delle proposte condivise. Quello che mi auguro è che riescano a mettere da parte vecchie incomprensioni, antipatie o malumori per fare fronte comune per un emergenza comune, e a chiedere assieme, e a gran voce, al ministero della Salute di essere ascoltate e di partecipare alla definizione e al coordinamento degli interventi perché il problema è articolato, complesso e non solo di ordine veterinario. Il ministero della Salute, come tutte le funzioni pubbliche, dovrebbe essere al servizio dei cittadini. E’ davvero paradossale che sia così difficile essere ascoltati: bisognerebbe che ogni tanto qualcuno ricordasse non solo ai politici, ma anche a tutti i funzionari pubblici, da dove arrivano i loro stipendi e perché occupano il posto che occupano. Come apicoltore e allevatore doppiamente colpito da questa emergenza (oltre ad essermi ritrovato improvvisamente nell’impossibilità di continuare la mia attività di allevatore, non solo non posso contare su un minimo di indennizzi, ma nemmeno alienare la montagna di materiale che, pur essendo indenne, è per le misure imposte divenuto invendibile), dopo aver cercato per l’ennesima volta di risvegliare le coscienze (sono un rompi... lo so), posso solo sperare che le Associazioni unite prendano finalmente l’iniziativa, magari anche coordinandosi con chi come Te può fare veramente da portavoce a livello parlamentare. Un anno se n’è andato, e l’Aethina tumida non ha smesso di riprodursi per aspettare i tempi della burocrazia. Se non si interviene adesso, tanto vale lasciare alla natura fare il proprio corso e dichiarare già da subito l’Aethina tumida endemica: è questo che vogliamo? Se è questo, onestamente, diciamocelo, dichiarando in un sol colpo l’argomento chiuso. |
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(by Ermanno De Chino - 8.09.2015) | |