Aethina Tumida [Torna all'indice generale] |
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![]() Il mondo dell'Apicoltura in questi ultimi mesi è stato sottoposto a una notevole pressione. Non è certo una cosa nuova, visto che le emergenze si ripetono da decenni. Prima le pesti, poi la Varroa e a seguire Nosema, Virus e chi più ne ha più ne metta. Ora Aethina Tumida e Vespa velutina. Un mix di nemici pericolosi che mettono in forse la sopravvivenza produttiva del settore. La grossa novità? Gli apicoltori hanno iniziato a parlare, a far sentire la loro voce, esprimendo posizioni e soluzioni per uscire da quello che sembra un buco nero. L'interlocutore? Le Istituzioni, con le quali si è creata una grossa frattura. Ormai sono vissute come una controparte da mettere sul banco degli imputati, soprattutto per le decisioni che sono state prese per fronteggiare Aethina. Si può parlare, senza esagerazione, di “muro contro muro”. E dire che avevamo messo in guardia tutti a cominciare dal 2 ottobre 2014 (Mamma mia quanto tempo è passato!), quando sul sito abbiamo pubblicato i pregevoli articoli di Francesco Colafennina, Luca Tufano e Ermanno De Chino. Abbiamo sollevato perplessità sul ricorso ai roghi per combattere Aethina. E lo abbiamo avvalorato pubblicando lavori e interviste a ricercatori di altri paesi in cui Aethina ha fatto da tempo la sua comparsa. Noi riteniamo che sia assai problematico eradicare Aethina col fuoco, occorre imparare ad affrontarla nel migliore dei modi attraverso la collaborazioni di tecnici e Istituzioni. A tale riguardo, nel mese di gennaio dedicheremo un ulteriore speciale su Aethina, a firma dell'apicoltore Ermanno De Chino che ho imparato a conoscere e che sta mettendo la sua professionalità per affrontare lo scarabeo. Un ringraziamento anche al presidente A.N.A.I. Sergio d'Agostino che dalle nostre pagine e sul territorio è impegnato in una lotta senza sosta. Ma torniamo a noi. Abbiamo parlato di muro contro muro ma così è stato sino al 30 novembre. La novità? Il 1° dicembre si è tenuta un'importante riunione al ministero della Salute tra apicoltori, associazioni nazionali, istituzioni. C'era anche Apitalia. In modo autorevole hanno espresso le loro difficoltà gli apicoltori calabresi e siciliani. Ermanno del Chino ha parlato del grosso pericolo che corre la sua azienda e tutte le aziende apistiche italiane e ha criticato i roghi, altrettanto ha fatto Luigi Albo a nome dei calabresi. Sergio D'Agostino, presidente di A.N.A.I., ha ricordato il pericolo che corrono gli apicoltori, tante famiglie rischiano di essere gettate sul lastrico. Non si è contrapposto in un modo sterile ma ha chiesto, garbatamente, alle Istituzioni di procedere insieme. E sì, su quanto è già successo è inutile recriminare, ora occorre procedere tutti insieme per trovare nuove soluzioni. E il risultato c'è stato: l'11 dicembre, sempre alla Salute, ci sarà un nuovo tavolo tecnico per trovare contromisure ad hoc. E' un buon punto di partenza. Tutto bene, dunque? Sì e no. E ne spiego la ragione. A quanto mi è dato di capire (ma potrei essere un po' tardo) i roghi, nel tentativo di eradicare non cesseranno. Se corrisponde al vero, il ministero dopo l'11 deve far cessare questa pratica. Come che sia, abbiamo fiducia nella Salute. I rimborsi per gli alveari distrutti se corrispondessero a 90 euro ad alveare sarebbero irrisori, se pensiamo che non basterebbero neppure 500 euro. Comunque, spero di sbagliarmi e di essere smentito. Un grazie a Sergio D'Agostino e Aldo Metalori, senza dimenticare le altre migliaia di apicoltori e le associazioni, che sembrano apprezzare particolarmente Apitalia per il lavoro che fa. Grazie da noi tutti: ci permetterà di continuare a lavorare per l'apicoltura insieme agli apicoltori: le pagine del nostro/vostro giornale sono aperte a contributi e lotte di rivendicazione. |
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(by Massimo Ilari, Direttore Editoriale Apitalia - 2.12.2013) | |