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Gli interessi apistici italiani sono rappresentati a livello europeo?
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Mentre infuria la diatriba fra FAI e resto del mondo apistico, in Europa si preparano le misure per “contenere” la possibile estensione dell'infestazione da Aethina tumida. Colgo, peraltro, l'occasione per rivolgere in maniera esplicita un appello al signor Artese, presidente di Fai Calabria, persona con la quale ho avuto modo di discutere e che ho trovato sempre cordiale nonostante le nostre divergenze di opinione. L'appello consiste nell'invito a non considerare lo scetticismo in merito al processo di eradicazione una sorta di “diminutio” degli sforzi intrapresi dalla FAI in Calabria e dai tanti apicoltori che si sono visti bruciare le arnie. Ad essere messo in discussione non è ciò che è avvenuto finora, ma quello che potrebbe accadere domani.

Intendo dire che sebbene personalmente - ma non sono un tecnico o un esperto - nutrissi perplessità sull'eradicazione attraverso i roghi di apiari interi (indipendentemente dalla positività o negatività delle altre arnie di un apiario) il tentativo di eradicazione era un strada che poteva essere perseguita immediatamente dopo la scoperta. Oggi, tuttavia, con l'allargamento alla Sicilia e la progressiva uscita del coleottero dalla zona rossa si ritiene piuttosto assurdo che si debbano aprire zone rosse a macchia di leopardo con la costante minaccia dei roghi. Cosa accadrebbe se il parassita fosse individuato, ad aprile, in Emilia o in Toscana? Altre zone rosse e altri roghi? Dunque, caro Artese, comprende bene che al di là delle critiche e delle perplessità c'è un interesse apistico nazionale in ballo che non mette in discussione il tentativo fatto fino ad oggi, ma quanto potrà accadere domani.

E il domani è incarnato da una decisione della Commissione Europea votata il 13 novembre e inviata al Governo italiano nella quale si continua ad andare nello stesso senso del “contenimento”. In particolare il documento afferma che: «In tutti i casi positivi gli apiari infestati sono stati distrutti; in ogni caso la diffusione del coleottero dall'area infestata in Italia potrebbe costituire un serio rischio per api e bombi nell'Unione; pertanto al fine di prevenire ogni inutile turbamento del commercio all'interno dell'Unione ed evitare barriere al commercio ingiustificate imposte da nazioni terze, come anche per prevenire la diffusione del coleottero in altre parti dell'Unione è necessario stabilire a livello di Unione una lista di aree in Italia che debbano essere soggette ad alcune restrizioni nella movimentazione di beni in relazione alla presenza del coleottero. In aggiunta queste aree devono essere prese in considerazione anche per certificazioni commerciali intra-UE attraverso i certificati di salute per il commercio di api e bombi definiti nella Parte 2 dell'Annesso E alla direttiva 92/65/EEC che stabilisce che devono provenire da un'area di almeno 100 km di raggio che non sia soggetta ad alcuna restrizione associata al sospetto o alla confermata presenza del coleottero e dove tale infestazione è assente».

Tradotto dal burocratese: «L'Unione Europea non ha alcun interesse ad aiutare l'Italia, ma solo a difendere gli interessi delle altre nazioni europee che commerciano con l'estero e che non vogliono avere il coleottero nei propri confini. In più, ad essere soggette a restrizioni saranno non solo Calabria e Sicilia intere, ma saranno obbligate alla certificazione dello stato di salute dei propri alveari anche quelle aree entro 100km dalle aree ristrette (e.g. Basilicata)».

L'Unione invita, dunque, l'Italia a mettere al bando i seguenti commerci provenienti dalla Sicilia intera e dalla Calabria intera: «Api, Bombi, Prodotti apistici non lavorati (miele, pappa reale, propoli, cera e polline non intesi al consumo umano), attrezzatura apistica (alveari usati, parti di alveari e utensili usati in attività apistiche), miele in favo per il consumo umano».

Il bando verrà imposto dal Governo Italiano fino al 31 Maggio 2015. L'Unione obbliga, inoltre, l'Italia a effettuare numerose ispezioni nelle aree limitrofe a quelle infestate. Questo documento, inviato al Ministero italiano competente, si tradurrà presto nel Decreto in fase di preparazione da parte del Ministero della Salute. Va da sé che altrettanto zelo non è stato posto dall'Unione nel salvaguardare l'Italia dall'arrivo della Vespa velutina e va da sé che non sembra che l'Italia e gli interessi dei suoi apicoltori siano adeguatamente rappresentati a livello europeo.
 
(by Francesco Colafemmina - 27.11.2014)