A colloquio con Franco Mutinelli [Torna all'indice generale] |
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![]() Dr. Mutinelli, siamo ormai al diciottesimo ritrovamento ufficiale di un focolaio di A. tumida in provincia di Reggio Calabria. In base alle informazioni in Suo possesso e sulla base delle conoscenze biologiche relative al piccolo coleottero dell’alveare (SHB), quale ritiene che sia, realisticamente e allo stato attuale, l’area possibile di infestazione dello scarabeo? Le informazioni in nostro possesso sono ancora limitate e le attività di visita degli apiari e degli alveari sono in corso. Ad oggi le positività sono concentrate in cinque comuni vicini a quello di Gioia Tauro; nelle altre province gli apiari finora visitati sono risultati negativi. La prima diagnosi nota di focolaio è quella divulgata dal prof. Palmeri. A suo parere, tale focolaio si può ritenere sia il “paziente 0”, cioè si può affermare che il primo caso ufficialmente noto corrisponda anche al primo apiario infestato da SHB o si può ipotizzare che l’infestazione provenga da altri alveari o fonti diverse? A suo parere, quali possono essere i canali che hanno prodotto questa infestazione? Al momento possiamo solo ipotizzare che si tratti del focolaio primario in quanto sono stati rilevati sia larve sia adulti; solo in altri due apiari sono stati riscontrati larve e adulti, in tutti gli altri positivi, solo coleotteri adulti. Considerata la notevole presenza di alveari nella regione Calabria e nella piana di Gioia Tauro sembrerebbe più probabile individuare la fonte dell’infestazione negli alveari. L’indagine epidemiologica è tuttora in corso, al momento l’ipotesi è una possibile introduzione di api da territori in cui il parassita è endemico. I nuclei che sono stati oggetto della prima diagnosi presentavano uno stato di infestazione avanzato a detta di chi ha operato i rilievi. A suo parere, quanto questo livello di infestazione può aver condizionato il diffondersi dell’infestazione nelle aree limitrofe? Ritiene che relativamente a questo primo focolaio siano state prese tutte le misure utili per circoscrivere e contenere il problema? Il quadro clinico ed in particolare la presenza di larve sono indicativi del fatto che il coleottero ha completato almeno un ciclo di sviluppo. Ovviamente questo ha creato le condizioni per l’ulteriore diffusione di cui abbiamo al momento una conoscenza limitata. Le misure adottate sono drastiche come è richiesto nel caso di malattie esotiche e si ritiene si debba continuare su questa linea fino a quando non si disponga di maggiori informazioni in merito alla sua diffusione. Nota Per aggiornamenti sulla situazione epidemiologica relativa ad Aethina tumida è possibile consultare il sito dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie: www.izsvenezie.it |
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(by Intervista a cura di Luca Tufano - 9.10.2014) | |