Apicoltura, arriva un nuovo farmaco per la lotta alla varroa [Torna all'indice generale] |
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![]() L’incontro, svoltosi a Bologna, rientra nell’ambito di una serie di iniziative che Coldiretti sta portando avanti al fine di tutelare il settore dell’apicoltura, che è di estrema importanza per l’agricoltura non solo per la produzione di miele ma anche per l’effetto positivo che le api arrecano allo sviluppo delle colture tramite l’impollinazione. L’interesse per l’arrivo sul mercato di un nuovo farmaco anti varroa dipende dal fatto che attualmente in Italia si registra un fenomeno di farmaco resistenza da parte dei pochissimi prodotti per la lotta alla varroa in commercio e non sono disponibili strumenti adeguati di difesa contro il parassita che determina, ogni anno, danni economici rilevanti agli apicoltori. L’incontro, che è avvenuto alla presenza di una rappresentanza di apicoltori professionisti associati a Coldiretti, ha avuto lo scopo di far conoscere le caratteristiche del prodotto e le sue modalità d’impiego in quanto richiede il rispetto di tutta una serie di indicazioni sul piano tecnico perché sia usato correttamente e risulti efficace senza danni per le api. Ciò ha consentito agli apicoltori di chiarire molti dubbi sulle modalità di impiego e sull’efficacia del prodotto che può essere impiegato anche in apicoltura biologica perché il sacchetto di plastica che contiene l’acido formico è biodegradabile in quanto composto da amido e zucchero. Le strisce biodegradabili possono essere o smaltite come compostaggio oppure possono essere tranquillamente lasciate all’interno dell’arnia senza alcun problema, fino al successivo trattamento. Il prodotto può essere impiegato anche in fase di produzione di miele. Prima di iniziare il trattamento anti varroa, l’apicoltore deve quantificarne la presenza negli alveari ricorrendo ad uno dei metodi di rilevazione del parassita. I tecnici hanno suggerito di ricorrere ad un contenitore riempito di zucchero a velo nel quale é rinchiuso un campione di api che deve essere agitato, aspettando un po’ di tempo per verificare quanti esemplari di varroa cadono sul fondo. Il trattamento andrebbe effettuato su tutti gli alveari non solo a livello aziendale, ma coinvolgendo anche le aziende dell’area territoriale circostante. Le api vanno trattate tutte nello stesso momento. Un singolo trattamento dura 7 giorni. Nei primi tre quattro giorni viene rilasciato il vapore di acido formico e la sua efficacia si estrinseca sin da subito. E’ importante evitare di disturbare le api per i primi setti giorni dall’inizio del trattamento in quanto, in questo periodo, esse comunque subiscono uno stress, entrando in contatto con una sostanza estranea. L’aspetto importante da tener presente è la temperatura esterna. Il trattamento va effettuato ad una temperatura esterna compresa tra 10 e 29 gradi. Tale requisito è di fondamentale importanza perché il prodotto risulti efficace, mentre non ha alcuna rilevanza la temperatura interna dell’alveare. E’ importante per l’apicoltore, al fine di proteggersi dal contatto diretto con l’acido formico, usare guanti in plastica e non in cuoio. Il prodotto può essere impiegato, se necessario, una sola volta in primavera ed una in autunno. Se la situazione lo richiede si può effettuare anche un trattamento in estate. Se si impiega il Maqs non deve essere utilizzato anche l’acido ossalico. L’acido formico uccide prima il maschio della varroa e poi le femmine. Altro aspetto fondamentale è che all’interno dell’arnia ci deve essere ventilazione. Tuttavia la parte sottostante dell’arnia deve essere chiusa. |
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(by Roberto Grillini - 6.06.2014) | |