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Mais geneticamente modificato
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«Giusta la sentenza con cui il Tar del Lazio ha bocciato il ricorso, francamente pretestuoso, di Giorgio Fidenato (l’imprenditore agricolo che per primo ha piantato in Italia mais geneticamente modificato) contro il Decreto interministeriale che proibisce la semina di mais geneticamente modificato MON810 in Italia. Con il pronunciamento di oggi si scrive una bella pagina a tutela della nostra agricoltura e del made in Italy di qualità. Al di là di motivazioni di ordine ambientale e sanitario, infatti, la scelta Ogm è completamente sbagliata per l’Italia. Il futuro della nostra agricoltura non è certo legato agli organismi transgenici, ma alla qualità, al territorio, alle tipicità, alla tracciabilità dei nostri prodotti. L’agricoltura italiana è un settore da guinnes, con i suoi 263 prodotti tipici, oltre un milione di ettari condotti con metodo biologico e un export che nel 2013 ha fatto segnare il record di 33 miliardi di euro. Un settore che è cresciuto nel segno della qualità, che da un contributo importante all’attrattività del made in Italy nel mondo e che non può che svilupparsi ulteriormente scegliendo la via dell’eccellenza», lo dichiara Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, commentando la sentenza con cui il Tar del Lazio ha bocciato il ricorso di Fidenato. Un esito per il quale si era mobilitata la Task Force per un’Italia libera da Ogm - della quale fanno parte 39 importanti associazioni del mondo agricolo e ambientale tra cui Coldiretti, Greenpeace, Legambiente e Slow Food.
 
(by Laura Genga, Ufficio Stampa on. Realacci - 24.04.2014)