In Emilia-Romagna si stima che operino attualmente circa 6.000 apicoltori per un numero di alveari pari a circa 104.000 (media dati censimento apistico regionale 2012). La produzione media (fonte: Osservatorio nazionale miele) è stimata in circa 2.700 tonnellate/anno di miele, circa il 12% della produzione nazionale. Per gli apicoltori della regione ci saranno 2.121.729 euro di risorse nazionali e comunitarie per migliorare la produzione e la commercializzazione dei prodotti per il triennio 2014-2016 (707.243 per l’annualità 2013-2014). E’ quanto prevede il “Programma regionale in materia di apicoltura” approvato a maggioranza (contrari Mov5stelle; astenuti Pdl, Lega nord e Giovanni Favia, Misto) dalla commissione Politiche economiche, presieduta da Franco Grillini. Obiettivo strategico del Programma, quello di favorire lo sviluppo qualitativo e quantitativo dell’apicoltura su tutto il territorio regionale nel rispetto dei principi di tutela dell’ambiente e della salute del consumatore, in armonia e secondo le linee guida indicate nella disciplina comunitaria e nelle disposizioni normative nazionali. Il Programma si propone altresì di migliorare l’allevamento delle api e le attività ad esso connesse, attraverso l’aumento del livello tecnologico e l’adeguamento igienico-sanitario delle strutture, al fine di diminuire i costi di produzione e migliorare la qualità ed i processi di produzione del miele e degli altri prodotti apicoli (cera di api, pappa reale, propoli e polline); favorire la costituzione e l’applicazione in apicoltura del servizio di assistenza tecnica specialistica principalmente da parte delle forme associate; migliorare su tutto il territorio regionale lo stato sanitario degli alveari, favorire l’applicazione del Piano integrato igienico-sanitario per la tutela delle api in Emilia-Romagna, ed in modo particolare il risanamento, la profilassi e la cura degli allevamenti delle api dalla varroasi; incrementare e razionalizzare lo sfruttamento delle risorse nettarifere regionali ed extraregionali attraverso la diffusione, la razionalizzazione ed il sostegno della pratica del nomadismo; promuovere il miglioramento della qualità dei prodotti ed aumentare, attraverso le determinazioni analitiche, la conoscenza delle caratteristiche botaniche, fisico-chimiche, organolettiche, nutrizionali e terapeutiche del miele. Ancora: sostenere il popolamento del patrimonio apicolo regionale e tutelare l’Apis Mellifera di razza Ligustica attraverso l’attività di allevamento, selezione, miglioramento genetico e moltiplicazione di api regine, sciami e famiglie di api; favorire, infine, l’adozione e la divulgazione di programmi di ricerca, caratterizzazione dei mieli tipici, miglioramento della qualità dell’apicoltura e dei suoi prodotti da parte di organismi tecnico-scientifici specializzati a supporto di obiettivi di sviluppo dell’intero comparto a livello regionale. I finanziamenti, previsti dal regolamento (CE) 1234/2007 (fondi statali e comunitari; senza oneri o costi a carico della regione), verranno trasferiti all’Agenzia regionale per l’erogazione in agricoltura per l’Emilia-Romagna (Agrea), a cui spetta la gestione delle risorse. Respinta la richiesta avanzata da Andrea Defranceschi (Mov5stelle) di convocare una udienza conoscitiva per ascoltare le associazioni degli apicoltori. “Ci sono tempi stretti – ha detto Luciana Serri (Pd) – che non ci consentono di sentire le associazioni (già ascoltate dalla Giunta). Entro settembre occorre fare partire i bandi che assegnano i contributi e tra gli apicoltori c’é attesa”. Il presidente Grillini e Tiziano Alessandrini (Pd) hanno sottolineato l’importanza di questo settore che contribuisce, come sentinella ambientale, ad aiutare le altre attività agricole. Per chiarimenti sono intervenuti Favia (Misto) e Defranceschi. |