Vespa velutina [Torna all'indice generale] |
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![]() Questa vespa si è abituata all’Europa meridionale senza difficoltà, visto che le condizioni climatiche non sono poi così diverse da quelle dell’Asia continentale. Secondo gli studiosi, la Vespa velutina, questo il suo nome, è una specie in grado di arrecare gravi danni alle famiglie delle api locali che, non conoscendo questo predatore, non sono ancora in grado di difendersi efficacemente dalle sue trappole. L’allarme è stato lanciato dal dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari dell’Università di Torino, dopo un’analisi del fenomeno durata diversi anni. «Questa vespa può diventare una minaccia per l’apicoltura» spiegano Stefano Demichelis, Aulo Manino e Marco Porporato, ricercatori del dipartimento Disafa dell’Università di Torino «la sua presenza va attentamente monitorata, anche a livello aziendale, e prontamente combattuta per evitare pesanti ricadute». La Vespa velutina ha una tattica spietata: circonda in forze gli alveari delle api, le aspetta al varco e, una volta uscite allo scoperto, le uccide una a una. Una volta morte, le api vengono trasportate nel nido delle vespe, di solito posizionato sugli alberi, e usate come scorte di cibo. Il periodo di maggiore attività di questo predatore è quello estivo, fino all’inizio dell’autunno. La presenza della Vespa velutina nel nostro continente è stata segnalata per la prima volta non lontano da Bordeaux, in Francia, nel 2006. Dal 2007 al 2010, sulla base di una serie di segnalazioni che denunciavano il suo rapido espandersi anche verso il confine italiano, l’Università di Torino ha avviato una collaborazione con il Centro di sperimentazione e assistenza agricola di Albenga, per far partire un monitoraggio anche in alcuni siti liguri. Dopo anni di ricerche, che erano apparse infruttuose, i ricercatori avevano tirato un sospiro di sollievo, nell’illusione che l’insetto non si fosse acclimatato sulla riviera ligure. Invece era solo questione di tempo: nel mese di novembre 2012 è stato identificato un adulto maschio di vespa velutina presso il sito di monitoraggio di Loano. È stata la prima cattura in Italia di questa specie esotica invasiva. Un primato per il quale la fierezza va di pari passo con la preoccupazione. Perché delle abitudini di questo insetto ancora non si sa molto e, soprattutto, non si è ancora trovato un modo efficace per contrastarne l’espansione. Quindi, a un passo dall’inizio dell’estate, il consiglio è solo uno. «Invitiamo gli allevatori che osservino uno spopolamento negli alveari a valutare la possibilità che sia causato dagli attacchi di questa vespa» spiegano dall’osservatorio di apicoltura dell’Università di Torino «è possibile che il nido sia presente entro un raggio di 300-500 metri, spesso nascosto nel fogliame. Per qualsiasi segnalazione o richiesta di chiarimento chiamateci allo 011.6708584». |
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(by Il Secolo XIX - 3.06.2013) | |