Diritto di replica [Torna all'indice generale] |
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![]() Capodimonte (VT), 19/05/2013 Accolgo con favore, come sempre nella mia ottica, l’intervento del sig. Rino Cassian nell’articolo “Legalmente si può”. Come suggerito nella premessa, penso che il “diritto di replica” possa essere utilmente utilizzato non certo per sterili polemiche (non è mia abitudine) ma come ulteriore possibilità di sviscerare in modo più completo l’argomento. 1) La mia Azienda, che prosegue il cammino iniziato dal Nonno nel 1925, non ha mai usufruito di nessun contributo (cui, invece, si fa riferimento nell’articolo di Cassian). D'altronde, nell’unico caso in cui ne ho fatto richiesta (primo insediamento di giovane in agricoltura + PSR), per l’acquisto di un autocarro, mi sono visto rifiutare la domanda di finanziamento per una palese mancata conoscenza del settore apistico professionale (la visione prevalente dell’apicoltura rimane, purtroppo, quella di integrazione a un reddito preesistente). A tal proposito cade a fagiolo l’intervento di Sergio D’Agostino, sullo stesso numero di Apitalia, che fa un distinguo fra chi produce reddito e chi, attraverso contributi, è solo spesa pubblica. 2) Come imprenditore tesserato Coldiretti, avrei maggiormente gradito che l’articolo fosse stato a firma di Loredana Pasin (titolare dell’impresa), visto che il firmatario (presidente ApiMarca), come pensionato, nell’Associazione Agricola in cui mi riconosco non potrebbe svolgere nessun ruolo di rappresentanza del settore produttivo. Settore, questo, che purtroppo in apicoltura, al contrario di TUTTI gli altri comparti agricoli nazionali, non è distinto dal comparto hobbistico o di “integrazione al reddito”. In rappresentanza ai tavoli di filiera agricoli non accade mai che sia presente un “piccolo produttore” (come, invece, accade per le associazioni apistiche). 3) Se ogni grande Impresa Apistica Professionale dovesse, come si evince dalla testimonianza, ridurre l’allevamento a 150 alveari: - almeno il 50% degli alveari italiani verrebbe a mancare con le conseguenti ripercussioni sull’impollinazione delle specie vegetali coltivate e sulla biodiversità in genere (benefici tanto decantati ma, evidentemente, solo quando il tutto gioca a favore dell’argomento trattato); - nonostante il basso consumo di miele pro-capite in Italia, si costringerebbe il consumatore nazionale a utilizzare quasi esclusivamente miele d’importazione, ottenuto con metodi non certo paragonabili a quelli italiani; - nei numerosi casi di Imprese con dipendenti, quante famiglie resterebbero prive di reddito? Senza considerare l’importanza che queste grandi Aziende hanno per tutto l’indotto. Se riducessimo tutto il comparto agricolo delle produzioni alimentari alla visione “bucolica” che si ha dell’apicoltura, tutte le produzioni alimentari stesse crollerebbero in quantità, con effetti ben immaginabili. Pensiamo a che cosa accadrebbe se ogni agricoltore producesse o allevasse solo ciò che è in grado di vendere al dettaglio, senza più avere derrate alimentari per il mercato… (aggiungiamo pure gli effetti della crisi economica odierna!). Mi permetto una forzatura a titolo di esempio: Il coltivatore di mais (si potrebbe risolvere l’annoso “problema neonicotinoidi”…) non deve cercare un’alta resa delle sue coltivazioni, basta che dal suo campo esca un quantitativo di mais sufficiente a dargli un reddito attraverso la sua bancarella paesana di pop-corn… Niente più grandi stalle di bovini, suini, pecore, polli e coltivazioni intensive che sfamano (sfamerebbero, se gestite più equamente) il mondo. Attenzione! In primis, la salvaguardia dell’Ambiente, ma senza cadere in un modello economico di tipo medievale. Un po’ di conoscenza dei meccanismi economici (certamente migliorabili) che ci permettono un certo stile di vita, sarebbe auspicabile. Ringrazio, comunque, il sig. Cassian per il suo intervento. Ognuno deve avere sempre il diritto di esporre le proprie opinioni ed anch’io, come molto educatamente e onestamente espresso da Cassian, non voglio dare nessun consiglio ma solo esprimere il mio punto di vista che, nel rispetto di tutti, rispecchia soltanto le mie idee. L’idea di Futuro che ho per i miei 3 figli va ben oltre il ricavo che mi dà un barattolo di miele! Riflettiamo: le Apicolture Professionali di grandi numeri, che dovrebbero produrre reddito e benefici, sono davvero, dopo decenni, destinate a scomparire? Cordialmente, |
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(by Luca Manfredini - 23.05.2013) | |