E’ stato siglato un accordo a suo modo “storico” tra Federparchi e Anci, con l’associazione dei Comuni che in futuro porterà le istanze delle aree protette italiane nei tavoli di confronto ad ogni livello. A Roma, nella sede dell’associazione dei Comuni, i presidenti Giampiero Sammuri e Graziano Delrio hanno illustrato i contenuti di questa intesa, un percorso avviato quasi un anno fa quando Federparchi, in occasione del Congresso, accolse una delegazione Anci, costituita da tre rappresentanti, all’interno del consiglio direttivo nazionale. Il presidente di Federparchi, GiampieroSammuri, si è dichiarato molto soddisfatto di questo accordo, «non solo perché un terzo dei comuni italiani è interessato dalla presenza di parchi o di aree marine, ma anche perché molti amministratori di parchi sono stati amministratori locali, un’esperienza – sottolinea - che li ha aiutati nella gestione dell’ente». E non è tutto. «Speriamo – ha aggiunto – che questa alleanza rafforzi sia il ruolo delle autonomie sia quello dei parchi». Sulla stessa lunghezza d’onda il numero uno di Anci, Graziano Delrio: «In questo accordo c’è una strategia importante di promozione delle aree naturali protette e di conservazione della biodiversità, elemento fondamentale in un paese come l’Italia che fa delle risorse naturali e storiche un vero petrolio di sviluppo del territorio, nel quale i comuni rivestono in ruolo importante».
L’atto stipulato nelle ore scorse sancisce la collaborazione dei due enti all’interno dei tavoli di confronto con le Istituzioni, dove si discutono le principali problematiche su scala nazionale inerenti le aree protette.
Nell’immediato futuro è prevista la partecipazione di rappresentanti di Federparchi nelle consulte e nelle commissioni di Anci che si occupano di aree protette e biodiversità. Anci e Federparchi costituiscono, inoltre, congiuntamente la Consulta nazionale dei comuni delle aree protette composta dai presidenti delle Comunità dei parchi, da rappresentanti dell’Anci e di Federparchi. Non solo. Sarà redatto annualmente un Rapporto nazionale sullo stato delle aree protette, contenente le principali problematicità riscontrate sul piano istituzionale, le realizzazioni più importanti effettuate, lo stato di funzionamento delle Comunità dei parchi e degli enti di gestione. Infine, con questo innovativo protocollo, si predispone un documento unitario finalizzato ad individuare lo stato di realizzazione del sistema nazionale delle aree protette, le maggiori criticità presenti e gli obiettivi programmatici da perseguire congiuntamente, anche attraverso le opportune modifiche normative di livello nazionale, che si rendessero necessarie. |