Api e neonicotinoidi, divieto sì ma solo per quattro colture [Torna all'indice generale] |
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![]() L’Efsa ha proposto che il divieto duri 2 anni a partire dal 1 luglio 2013 solo per quattro colture (mais, soia, cotone e girasole) in quanto su queste gli studi sono al momento più approfonditi e i dati disponibili sembrano dare un qualche fondamento scientifico al fatto che possa effettivamente sussistere un nesso di causa effetto tra l’uso di tali principi attivi su tali colture e la moria delle api. La Commissione Ue, invece, assumendo una posizione molto più restrittiva, vorrebbe estendere il divieto d’uso anche su molte altre colture soprattutto ortofrutticole (ad es. mele, albicocche, carciofi, asparagi, fagioli) che non sono classificate come attraenti per le api. Una proposta che sta sollevando forti perplessità nel Copa Cogeca, l’associazione europea dei produttori agricoli, che propone invece che si applichino esclusivamente procedure di mitigazione del rischio basate su solide basi scientifiche e nel rispetto di un approccio di proporzionalità. Le misure di mitigazione del rischio, sono, di fatto quelle individuate, in parte, anche dal progetto di ricerca italiano Apenet, seppure con risultati controversi sulla loro effettiva capacità di contenere la moria delle api. Tali misure prevedrebbero l’applicazione di barre alle seminatrici per l’abbattimento a terra delle polveri, secondo il sistema “dual deflector” e l’impiego di sementi confettate in modo tale che si riduca al minimo la possibilità che le api entrino in contatto con le sostanze attive sospettate di creare problemi alla salute delle api. Tuttavia, dagli stessi dati sperimentali emerge che tali tecniche abbattono sensibilmente il rischio di mortalità delle api, ma non lo escludono totalmente, in quanto anche basse percentuali di polveri contaminate con tali principi attivi, provocano effetti negativi sul sistema nervoso delle api indebolendole e rendendole più esposte a malattie o ad altre cause che, in azione sinergica, finiscono per incidere negativamente sul loro stato di salute. Oltretutto, in questi anni nei quali in Italia è stato vietato a partire dal 2008 l’impiego di clothianidin, thiamethoxam, imidacloprid e fipronil per la concia delle sementi di mais, al fine di combattere gli attacchi della diabrotica, i maiscoltori sono ricorsi a misure alternative sul piano agronomico secondo le indicazioni previste dall’Ue, tra le quali anche il ricorso all’uso di geodisinfestanti senza che si siano registrate particolari difficoltà. Coldiretti ha sempre ritenuto, in merito a questa vicenda, che occorra rimettersi al parere dell'autorità scientifica. Quindi, per le tre sostanze sulle quali al momento esistono maggiori studi scientifici e più acclarato è il sospetto che possano nuocere alla salute delle api, è condivisibile la proposta di divieto per due anni, limitata solo alle quattro colture sopra indicate, ma non quella della Commissione UE di estenderlo anche ad un elenco di colture ortofrutticole classificate come non attraenti per le api. Coldiretti ritiene, inoltre, auspicabile che l'Efsa completi la raccolta e l'analisi dei dati a disposizione al fine di poter dare indicazioni certe agli apicoltori e ai maiscoltori, al fine di evitare divieti a carattere temporaneo che contribuiscono ad alimentare incertezza e conflittualità tra apicoltori e maiscoltori o, peggio ancora, estesi anche a colture rispetto alle quali non esistono ancora dati certi in grado di dimostrare il nesso di causa-effetto. In questo senso, è importante che parallelamente al divieto temporaneo, si continuino ad ampliare gli studi per verificare se esistono misure realmente efficaci in grado di abbattere a zero, il rischio di impiego dei neonicotinoidi per la salute delle api. |
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(by Apitalia - 13.02.2013) | |