A domanda, risposta [Torna all'indice generale] |
|
![]() E veniamo ad Apenet. Gireremo il quesito a chi se ne occupa. Anticipiamo, sin da subito, che nutriamo la massima stima per il gruppo di lavoro che vi opera e siamo altrettanto convinti che forniranno tutte le risposte del caso. Invitiamo anche il Presidente di A.N.A.I., Sergio D’Agostino, a fornire tutte le delucidazioni del caso su ciò che gli viene chiesto. E veniamo a noi. Per quanto riguarda i processi c'è da dire che negli ultimi 5 gli apicoltori - l'informazione arriva direttamente da A.N.A.I. - sono stati assolti “per non aver commesso il fatto”. L’assoluzione è stata richiesta dal Pubblico Ministero. E’ chiaro che i processi sono “costati” a noi contribuenti. L’apicoltore assolto con formula piena, però, se li è pagati di tasca propria (ciò dicono gli avvocati) e ha subito dei danni economici: stangata all\'attività; quelli del pubblico funzionario, che li ha intentati, li abbiamo finanziati noi contribuenti. Dovremmo riflettere su ciò. Tanti i dubbi. I processi sono stati intentati con superficialità? Non ci è dato saperlo. Ciò che sappiamo, ad esempio, è che le analisi prodotte, contro l'apicoltore, in uno dei dibattimenti, provenivano da un laboratorio non accreditato. Ci domandiamo, è mai possibile? A noi sembra di una gravità inaudita. In che paese viviamo? E non è tutto. I funzionari che “sceriffano” gli apicoltori sono preparati? Il loro Corso di laurea quanto esami di apicoltura prevede? Ci preme saperlo e non ci si parli di generici corsi di un mese... Massimo Ilari Direttore Editoriale Ne ho piene le tasche... Egregio Direttore Editoriale, sono titolare di una Azienda Agricola (200 vacche, 300 capre, 20 cavalli e circa 200 maiali da riproduzione) al cui interno abbiamo circa 50 alveari e come ogni anno dobbiamo tribolare per mantenerle in vita. La delusione per le tante promesse mai mantenute è arrivata ai massimi livelli. Il 29 gennaio 2008 partecipai, presso l’APAT di Roma al Convegno dal titolo “Sindrome dello spopolamento degli alveari in Italia” e se non ricordo male tra i relatori che si sono avvicendati sul palco solo due erano apicoltori veri e uno non volevano neanche farlo parlare. Parole tante, fatti zero. Alcuni giorni fa ho letto sul vostro sito la relazione finale di Apenet. Non ci ho capito niente o forse ho capito troppo. Dopo tre anni di lavoro si parla di continuare a fare monitoraggio. Vorrei ricordare che le api continuano a morire a tutta forza. Morie di api per grandi e piccini, molte aziende sono a rischio di chiusura. Sinceramente mi aspettavo cose concrete. A proposito, è lecito sapere quanto è costato l’intero progetto? In un momento di crisi economica nazionale (ricordo a tutti che siamo in piena recessione e che già più di trenta piccoli imprenditori, dall\'inizio dell\'anno, si sono suicidati per disperazione) non sarebbe più opportuno indirizzare eventuali denari a sostegno diretto delle aziende? Tre anni sono un tempo infinitamente lungo, io credo che gli apicoltori vogliano fatti. Due anni fa, a Piacenza, ho partecipato a tutti i Convegni, a quello di ANAI sentii il presidente, parlare che sarebbe stato presente ai processi in difesa degli apicoltori. Come è andata a finire ci è poi andato oppure le sue erano le classiche parole di rito del solito politico chiacchierone di turno oppure mi sono perso qualche passaggio? Le accuse a carico degli apicoltori denunciati erano cosi gravi da istituire dei processi con gravosi costi per la collettività? In caso di assoluzione chi paga le spese? In attesa di sua gradita risposta Nicola D'Amico |
|
(by Massimo Ilari. Nicola D\'Amico) | |