Pecora clonata [Torna all'indice generale] |
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![]() Per superare le motivazioni profonde della contrarietà a poco servono - continua la Coldiretti - i risparmi rispetto alle tecniche attuali che rendono oggi possibile clonare un animale con una spesa attorno i diecimila euro, anche se per ottenere entro sei mesi la prima salsiccia ed entro un anno il primo hamburger artificiale in provetta il costo iniziale è stato di 250mila euro, con l’utilizzo di cellule staminali. A poco più di 15 anni dall'annuncio, pubblicato sulla rivista Nature del febbraio 1997, dell'avvenuta clonazione del primo mammifero, con la nascita della pecora Dolly, rimane elevata - precisa la Coldiretti - l’opposizione all’uso della clonazione a fini alimentari, nonostante abbia ormai interessato praticamente ogni tipo di animale maiali, cavalli, bovini, capre, cammelli e mufloni, fino ad arrivare addirittura alla salsiccia in provetta. L’accelerazione che si è verificata in Cina pone l’esigenza di un rigido sistema di etichettatura sui prodotti importati dal quel Paese. La commercializzazione di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati è - continua la Coldiretti - un rischio inaccettabile che oltre ad un problema di scelta consapevole da parte dei consumatori e di rispetto della biodiversità pone evidenti perplessità di natura etica che occorre affrontare prima che sia troppo tardi. Come hanno dimostrato le esperienze del passato a partire dalla mucca pazza (Bse), le innovazioni in un settore come quello alimentare particolarmente esposto ai rischi per la salute deve percorrere - conclude la Coldiretti - la strada della naturalità. |
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(by Coldiretti) | |