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Veleno d'api
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Il veleno delle api possiede diverse proprietà benefiche e viene utilizzato anche in omeopatia, come coadiuvante per la cura di alcune problematiche importanti. L’apipuntura, il noto trattamento che consiste nel somministrare il veleno d’ape, sia direttamente attraverso punture d’ape, sia tramite iniezioni sottocutanee con l’uso di siringhe, per curare malattie reumatiche, artrite cronica, sclerosi a placche, il nervo sciatico, borsiti e tendiniti, e alcune malattie infiammatorie. Ma la lista non è completa. E’ usato anche nel trattamento dell’epilessia e dell’incontinenza.E non è tutto, sicuramente....
Il veleno d’ape, noto anche con il nome di apitoxina, è prodotto dall’apparato velenifero, composto da due ghiandole, la ghiandola alcalina, che secerne un liquido alcalino e la ghiandola acida che è collegata a una piccola sacca, chiamata borsetta velenifera. L’ape punge con il pungiglione, detto anche dardo, situato all’estremità dell’addome, e costituito da una guaina elastica affilata, che contiene due stiletti dotati di acuti uncini alla loro estremità. Con la puntura, che l’ape usa come estrema difesa della famiglia, l’insieme del pungiglione rimane attaccato alla pelle tramite gli uncini e l’ape morirà, perché lo strappo del pungiglione dal suo addome comporta una irrimediabile lacerazione interna. Piccola parentesi: all’ape non lo ha mai spiegato nessuno, eppure essa è consapevole del fatto che la puntura è l’arma estrema e se sarà costretta a pungere poco dopo morirà. Per questo motivo l’ape non è esattamente propensa a pungere, ne va della sua vita, e lo farà soltanto se necessario, sacrificandosi generosamente per la difesa della comunità. In altre parole, come gli apicoltori ben sanno, attaccare e pungere non è in cima alla lista delle sue prerogative, e questo l’apicoltore lo ha imparato con l’esperienza, pertanto il suo modo di operare e muoversi quando visita un alveare sarà tranquillo, rilassato, senza movimenti bruschi, e se un’ape sentinella si appresta minacciosa davanti agli occhi (lo si riconosce subito dal modo di volare e dal caratteristico suono, molto aggressivo e pugnace) è sufficiente fermarsi un attimo e subito si calmerà. Questa consapevolezza da parte dell’apicoltore gli consentirà di visitare le famiglie senza bardarsi di tutto punto con tuta, guanti, maschera e quant’altro, strumenti non piacevoli da indossare con il caldo, che ostacolano il lavoro al punto da preferire il rischio di ricevere qualche puntura. Inoltre, senza bardature protettive si avrà una migliore visibilità e il lavoro sarà meno stressante, le api stesse gradiranno. E’ bene che i più giovani lo sappiano perché di giovani l’apicoltura ha bisogno.
 
http://www.inerboristeria.com/veleno-delle-api-apipuntura.html
 
(by Apitalia)