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Settore apistico colpito da gelate
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Le temperature rigide dovute al maltempo e, in particolare, le gelate degli ultimi giorni hanno causato ingenti danni al comparto agricolo, colpendo oltre le colture ortofrutticole, corilicole (noccioli) e florovivaistiche, anche il settore apistico. In particolare, si stima che la morìa delle api abbia interessato circa il 30% degli alveari. A concorrere al fenomeno una serie di concause: un inizio d’estate 2011 freddo e siccitoso, ha interessato i mesi di giugno e luglio, che ha comportato raccolti scarsi per il miele di castagno, di alta montagna. Infine la melata: è quasi del tutto assente.

Poi, alla produzione minima si è accompagnata una sensibile diminuzione nella riproduzione delle api. In seguito, le temperature più elevate nella tarda estate e un inizio inverno mite hanno permesso alle “famiglie” di riprendersi e il numero delle api negli alveari si è pressoché normalizzato, «ma la situazione, già compromessa dall’andamento climatico dell’anno scorso, si è ulteriormente aggravata quando sono arrivate le temperature sotto zero di fine gennaio, che hanno raggiunto anche livelli di -22/23 °C», ha dichiarato Pier Giuseppe Abrate, membro di giunta provinciale con delega al settore apistico.

Con la morìa delle api, è messa in discussione anche la produzione del miele primaverile, soprattutto quello di acacia e di tarassaco. E non solo: non va dimenticata l’importanza delle api per l’impollinazione delle piante da frutta e dei fiori, con ripercussioni da non sottovalutare per le voci più importanti dell’agricoltura cuneese.

«Con una lettera indirizzata alla Regione, alla Provincia e ai Comuni maggiormente interessati – hanno concluso Marcello Gatto e Bruno Rivarossa, Presidente e Direttore di Coldiretti Cuneo - Coldiretti ha chiesto di delimitare le zone più colpite, per poter attivare l’iter previsto dal D.lgs. 102 del 2004, e chiedere un intervento straordinario e specifico per gli apicoltori. La preoccupazione è che, se non viene al più presto ripristinato il patrimonio apistico, a pagarne le conseguenze sarà l’intero comparto agricolo».
 
(by Targatocn)