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Strage di api
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Che la chimicizzazione dell’Apicoltura noi di Apitalia - insieme agli Organismi del biologico - faccia male alle Api, alla salute degli esseri viventi e dell’ambiente lo affermiamo da tempo. La prova? Sin dal lontano 2008 abbiamo lanciato la Campagna nazionale di raccolta firma “Liberi dai Veleni” (potete ancora sottoscriverla sul sito www.apitalia.net). Le adesioni sono migliaia. Un aspetto non accettiamo. Quale? Che si continui a parlare di estinzione delle api. Al legislatore vogliamo ricordare che qui si parla di api allevate dall’apicoltore e senza la sua figura le api sarebbero estinte da tempo. Le api non possono, dunque, estinguersi perché l’apicoltore continua a proteggerle e a farle nascere. In più, l’ape non è una specie protetta, anche se noi abbiamo provato perché ciò accadesse. Le api selvatiche non hanno nessuna rilevanza sull’ambiente. Eppoi, c’è da proteggere anche la salute del consumatore. Chi può escludere che queste molecole tossiche non facciano male all’organismo? Insomma, giù la maschera e aiutiamo l’apicoltore a fronteggiare le patologie che colpiscono l’alveare. Non abbiamo bisogno di sceriffi ma di mezzi per andare avanti. A quando la modifica del Regolamento di Polizia Veterinaria? Una domanda agli organi ispettivi. Vorremmo capire perché si continua a sanzionare gli apicoltori e i pubblici ministeri li assolvono perché il fatto non sussiste. Delle due una.

Massimo Ilari
Direttore Editoriale


Strage di api

Strage di api: nuovo appello del Parlamento Europeo agli Stati Membri. Sotto accusa agenti tossici, dissolti nell’ambiente, che ne provocherebbero morti di massa. In una risoluzione - votata a grande maggioranza a Strasburgo - gli europarlamentari chiedono all’Unione «di aumentare gli investimenti nella ricerca di nuove medicine per l’apicoltura e di coordinare gli sforzi per proteggere quella che sta rapidamente diventando una specie in via d’estinzione». Per salvare le api, ricerche sulla prevenzione e attività di controllo dovrebbero, quindi, procedere di pari passo. Gli Stati Europei dovrebbero impegnarsi a condividere le scoperte di laboratori, apicoltori e industrie, allo scopo di evitare dannose contrapposizioni. L’intero processo dovrebbe essere adeguatamente finanziato.

Obiettivo della proposta sviluppare nuovi farmaci per combattere l’acaro “Varroa“ (responsabile all’incirca del 10% delle perdite annuali) ed evitare un utilizzo eccessivo di antibiotici. Per il Parlamento di Strasburgo è necessario, pertanto, «monitorare le importazioni per evitare di introdurre nel proprio mercato malattie esotiche delle api, e chiedere a Paesi terzi di far rispettare i requisiti restrittivi sulla salute degli animali in vigore nell’Ue». Il contenuto della risoluzione ha un valore rilevante se si considera che per il settore agricolo il problema rischia di trasformarsi in una vera e propria tragedia. Potrebbe, infatti, avere una pessima ricaduta su chi opera nel settore (600 mila persone), nonché sul comparto agroalimentare, perché l’84% delle specie di piante e il 76% della produzione alimentare, dipendono in larga misura dell'impollinazione ad opera delle api. Per questa ragioni, il Parlamento chiede «la costituzione di sistemi di sorveglianza nazionali e l’armonizzazione degli standard per la raccolta dei dati, sviluppati a livello europeo». Sollecita anche la Commissione «a svolgere ricerche obiettive sui possibili effetti negativi delle coltivazioni Ogm sulla salute delle api». Sull’argomento è intervenuto Primiano Schiavone, Consigliere Nazionale dell’Associazione “Ambiente e/è Vita”.

«Per avere un’idea della portata della questione, si potrebbe tenere conto di uno studio effettuato, un paio di anni, fa dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, che ha concluso che il rischio d’estinzione delle api è molto alto. Senza l’impollinazione delle piante, non ci sarebbe possibilità di vita per gli esseri umani e non solo. Della ricerca in questione, in procinto di essere pubblicata, ne parla il giornale “The Indipendent“. Il tabloid inglese riporta la conclusione di tale ricerca, nella quale si evidenzia - prosegue il Consigliere di “Ambiente e/è Vita” - la causa principale della crescente moria delle api, puntando il dito contro la nuova generazione di insetticidi a base di neonicotinoidi. Questa classe di insetticidi penetra omogeneamente nella pianta trattata, raggiungendo anche il nettare e il polline e risulta fatale per le api, poiché i neonicotinoidi bloccano il passaggio degli impulsi nervosi. Il coordinatore della ricerca ha studiato uno dei maggiori principi attivi in commercio della classe dei neonicotinoidi, l’imidacloprid, affermando che anche se usato in dosi molto contenute, risulta fatale per la vita delle api. Ricordiamo - ha concluso Primiano Schiavone - che ambientalisti e apicoltori accusano, da tempo, le società che producono pesticidi neonicotinoidi, ma nessuna ricerca scientifica aveva, almeno fino ad ora, provato che i primi avessero ragione».
MARIGLIANO - LOREDANA MONDA
 
(by Apitalia)