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 Varroa
Timolo e acido formico contro la varroa, nel Lazio
 
di Enzo Marinelli*, Alessandra Giacomelli**, Giovanni Formato**, Fabio Massimo De Pace*, Leonardo Ricci*, Riccardo Bicocchi**
 
La varroa rimane il parassita chiave da controllare obbligatoriamente e periodicamente nel delicato sistema alveare. La salubrità dei prodotti apistici passa attraverso il corretto e il tempestivo impiego di sostanze che non danno problemi di residui nel miele. Il timolo e l’acido formico nelle diverse modalità di utilizzo, rappresentano dei principi che nel corso della stagione attiva possono trovare spazio nelle strategie di controllo contro a varroa. Sono qui riportati i risultati di una sperimentazione condotta nell’estate 2007 in un ambiente mediterraneo del centro Italia
 
Introduzione

Il controllo di Varroa destructor rimane, dopo oltre venti anni dal suo ingresso nel nostro paese, uno dei problemi più importanti per l’apicoltura italiana. L’impossibilità di eradicare  questi acari dai nostri apiari impone l’adozione di una serie di interventi e strategie che hanno il compito, nel corso delle diverse stagioni, di contenere l’infestazione entro limiti compatibili con lo sviluppo e la produttività delle colonie.
Negli ultimi anni la ricerca si è orientata maggiormente verso l’individuazione di metodi di lotta caratterizzati dall’impiego di sostanze acaricide a basso impatto ambientale, in particolare oli eterici ed acidi organici entrambi ammessi dal Reg CE 1804/99 che disciplina l’apicoltura biologica. Negli ambienti caldi del sud Europa il timolo è uno dei principi attivi di maggior interesse per i trattamenti estivi. Anche nel Lazio numerose sperimentazioni hanno avvalorato l’efficacia dei formulati a base di timolo per il controllo della varroa (Baggio et al 2004; Marinelli et al 2001).
Tra gli acidi organici la sostanza più utilizzata per interventi contro la varroa durante la stagione attiva risulta essere l’acido formico. L’efficacia acaricida dell’acido formico è nota da lungo tempo ed è una sostanza utilizzata soprattutto nel centro e nord Europa per il controllo della varroa (Arculeo et al 1993; Barbattini et al 1994; Bolli et al 1993; Calderone et la 1999;  Calis et al 1993; Capolongo et al 1996; Eguaras et al 2001; Elzen et al 2004; Fries 1991; Greatti et al 1993; Mutinelli et al 1993; Moosbeckhofer et al 1997;  Piro et al 1997; Satta et al 2005). Il suo impiego, al pari del timolo, è consentito dal Reg CE 1804/99 sull’apicoltura biologica ed è anche incluso nell’allegato II del Reg CE N. 2377/90, cioè tra i medicinali veterinari per i quali non è previsto un limite massimo di residui (MRL) negli alimenti di origine animale.
L’utilizzo dell’acido formico nelle regioni dell’Italia centrale, durante il periodo estivo alla concentrazione dell’85%, ha evidenziato una scarsa tollerabilità da parte delle colonie con perdita di api regine piuttosto consistenti (Marinelli et al 2007). Nel corso delle sperimentazioni nel periodo estivo 2007 si è valutata l’efficacia acaricida e la tollerabilità di alcune metodologie di distribuzione dell’acido formico ad una concentrazione del 65%. In particolare, è stata valutata la distribuzione, all’interno del nutritore a tasca, di una soluzione al 65% di acido formico e una metodologia di utilizzo che sfrutta degli appositi “wafers” denominati MITEGONETM impregnati con acido formico al 65% registrati  e utilizzati nel continente americano e nella penisola iberica per il controllo della varroa (Stanghellini e Raybold 2004; Murilhas; 2004). Le valutazioni dell’acido formico sono state messe a confronto con altre strategie per il controllo della varroa che prevedono l’utilizzo di timolo in cristalli e dei due formulati classici a base di timolo quali l’Apilife VAR e l’Apiguard entrambi ampiamente utilizzati per il controllo della varroa negli allevamenti apistici del Lazio.

Materiali e metodi

La sperimentazione, realizzata in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, è stata condotta durante i mesi di agosto-settembre 2007 presso l’apiario dell’Unità di Ricerca di Apicoltura e Bachicoltura - Sede di Roma, situato all’interno della Tenuta Presidenziale di Castelporziano (Roma). Le prove hanno interessato 35 colonie suddivise in sei gruppi come riportato in tabella 1, le colonie avevano consistenza omogenea e erano poste in arnie Dadant-Blatt a 10 favi dotate di fondo diagnostico antivarroa. Gli interventi sono stati eseguiti dopo l’ultima smielatura su colonie prive di melari. Nel corso della prova le colonie sono state valutate sia nei riguardi dell’entità numerica che della presenza di covata opercolata.
I cinque gruppi di colonie sono stati trattati rispettivamente con:
Apilife VAR: 3 interventi effettuati a distanza di una settimana ponendo le due metà di una tavoletta sui favi del nido lungo una diagonale.
Apiguard: 2 trattamenti effettuati a distanza di circa 14 giorni ponendo le capsule sopra i favi del nido in posizione centrale.
Timolo in cristalli disciolti a bagnomaria, incorporati a un supporto di OASIS e distribuiti con 3 trattamenti a distanza di una settimana che comportano, per ciascun intervento la somministrazione di 10 g di timolo per arnia (Foto 1).
MitegoneTM: 2 spugnette che si impregnano con acido formico al 65% molto utilizzate nel continente americano per il controllo della varroa. Si posizionano sui telaini laterali con il miele. Ciascun supporto è imbevuto con 125 ml di acido formico al 65%. Il trattamento dura 21 giorni (Foto 2-3).
Acido formico nel nutritore: sono stati versati  120 ml di acido formico 65% nel nutritore a tasca da nido nelle arnie senza melari. L’operazione è stata ripetuta 3 volte a distanza di una settimana.
Alla fine dei trattamenti, si è provveduto alla valutazione degli acari residui attraverso due interventi con una soluzione acaricida ad efficacia nota a base di acido ossalico in soluzione zuccherina, gocciolato direttamente nello spazio interfavo (trattamenti di controllo).
In particolare si è preparata la classica soluzione “italiana” che prevede l’aggiunta di 60 g di acido ossalico in un litro di sciroppo, successivamente distribuita nelle singole colonie nella quantità di 5 ml per ogni favo interamente popolato di api adulte. I trattamenti a base di acido ossalico svolgono appieno la loro attività acaricida in assenza di covata opercolata per cui si è proceduto all’ingabbiamento della regina per un periodo di 14 giorni in modo da permettere la nascita di tutta la covata opercolata e la fuoriuscita di tutte le varroe in essa contenute. I due trattamenti di controllo sono stati eseguiti, utilizzando lo sciroppo con acido ossalico, al momento dell’ingabbiamento e della liberazione della regina secondo il calendario riportato nella tabella 1.
La mortalità delle varroe è stata verificata settimanalmente tramite l’esame e la conta nei fogli adesivi posti nei cassetti diagnostici. L’efficacia del trattamento è stata calcolata applicando la seguente formula:

EFFICACIA = numero di varroe cadute in seguito al trattamento / numero totale di varroe cadute (trattamento + controllo) X 100

I singoli valori sono stati sottoposti ad analisi della varianza e le medie sono state confrontate mediante il test di Student-Newman-Keuls (SNK test). Nel corso della sperimentazione sono state registrate le temperature dell’aria e le precipitazioni mediante una centralina elettronica posta nelle immediate vicinanze.

Risultati

Le temperature registrate nel corso della sperimentazione si sono mantenute intorno alle medie del periodo senza grossi picchi durante il periodo di tre settimane nel quale sono stati compresi i trattamenti (grafico 1). Nei gruppi in prova le varroe presenti all’interno delle colonie sono state piuttosto numerose con medie che hanno superato i 2000 acari adulti (tabella 2).
Nei riguardi dell’efficacia acaricida l’Apilife VAR si è attestato su livelli di efficacia molto elevati pari al 91,4% dimostrando di garantire una protezione efficace nei confronti della varroa nelle condizioni climatiche caratterizzate da alte temperature.
Anche l’Apiguard ha fatto registrare dei risultati molto soddisfacenti con un’efficacia media che è stata del 93,1%, rispetto a tutte le altre formulazioni è stato il trattamento che si è dimostrato più costante nel garantire un’adeguata efficacia acaricida (dev.st. 4,2). Il timolo in cristalli disciolto a bagnomaria e impregnato nelle tavolette di OASIS ha fatto registrare un’efficacia media pari all’86% ma ha anche evidenziato una preoccupante irregolarità d’efficacia come evidenziato dall’alto valore di dev.st (tabella 2). Come peraltro atteso, le valutazioni effettuate dopo la sperimentazione nei riguardi della consistenza numerica delle colonie, hanno confermato la totale tollerabilità da parte delle colonie verso i trattamenti acaricidi a base di timolo.
Per quanto riguarda i trattamenti a base di acido formico, il MitegoneTM con un’unica somministrazione ha raggiunto un livello di efficacia del 71% ma con una variabilità troppo elevata per essere considerato un trattamento risolutivo (tabella 2). L’acido formico nel nutritore, ai dosaggi sperimentati si è assestato su un valore medio di efficacia del 56% assolutamente insoddisfacente per il contenimento delle infestazioni di varroa, senza contare anche l’estrema variabilità che ha manifestato nelle diverse arnie (Dev. st. 24,2).
Ai dosaggi utilizzati anche l’acido formico si è dimostrato ben tollerato dalle colonie e in particolare dalle api regine.    

Considerazioni e conclusioni

Il controllo periodico dell’acaro varroa rappresenta una tecnica apistica irrinunciabile per qualsiasi apicoltore. Un mancato o errato freno allo sviluppo degli acari porta inevitabilmente alla comparsa di danni sempre più consistenti fino alla morte delle colonie di api. L’annata appena trascorsa ha fatto registrare danni da varroa molto consistenti in numerose aree apistiche del Paese.
Le motivazioni sono numerose ma sicuramente l’anomale andamento climatico dell’inverno passato particolarmente mite non ha facilitato la perfetta efficacia dei trattamenti antivarroa effettuati per cui i danni da varroa si sono manifestati in maniera estremamente precoce già dalla primavera successiva. Questi eventi non devono scoraggiare ed allontanare gli apicoltori dalle strategie di controllo messe a punto con prodotti a basso impatto che non si accumulano nella cera, che non inquinano il miele. È necessario monitorare costantemente il livello di infestazione, intervenire precocemente rispettando i dosaggi sperimentati in funzione delle epoche di raccolta, al fine di evitare che il numero di varroe sia troppo elevato tanto da attivare pericolose virosi.
Nelle aree apistiche litoranee dell’Italia centrale il timolo, come confermano anche i risultati scaturiti dalle prove effettuate nell’estate 2007, rappresenta un principio attivo affidabile per il contenimento della varroa.
Gli acidi organici rappresentano l’altro gruppo di sostanze che la pari degli oli essenziali rivestono una certa importanza nei programmi di controllo integrato della varroa. L’acido formico è una sostanza in grado di fornire risultati interessanti nelle regioni del nord Italia e del centro Europa ma nel cento Italia è lontano dalle performance del timolo. Oltre a livelli di efficacia acaricida più ridotti, l’acido formico è una sostanza che a concentrazioni elevate può non essere ben tollerato dalle colonie di api.
Infine, un aspetto tutt’altro che trascurabile è quello relativo alla sicurezza del suo impiego, l’acido formico è una sostanza molto corrosiva e l’inalazione dei vapori può provocare l’irritazione delle vie respiratorie, il contatto con la pelle provoca profonde bruciature. Per questi motivi è indispensabile una manipolazione molto attenta e l’utilizzo di idonei dispositivi di protezione individuale quali maschera per vapori organici, guanti e occhiali in modo da prevenire eventuali contatti accidentali che possono danneggiare l’operatore.
 
 
 IMMAGINI ALLEGATE A QUESTO ARTICOLO: 7 tot.
Foto 1
Spugnette di timolo disciolto in alcool a bagnomaria.
Foto 2
Spugnette di MitegoneTM impregnate con acido formico al 65%.
Foto 3
Spugnette di MitegoneTM impregnate con acido formico al 65%.
Tabella 1
Tabella 2
Grafico 1
Andamento climatico agosto-settembre 2007. Tenuta Presidenziale di Castelporziano (Roma).
Grafico 2
Efficacia acaricida nella sperimentazione estate 2007. Castelporziano (Roma).
 
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© Apitalia - Tutti i diritti riservati
Scritto in data 17/06/2008 da Enzo Marinelli*, Alessandra Giacomelli**, Giovanni Formato**, Fabio Massimo De Pace*, Leonardo Ricci*, Riccardo Bicocchi**
*C.R.A. - Unità di Ricerca di Apicoltura e Bachicoltura - Sede di Roma ** Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana - Roma
 
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