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 Pratica
Sistemi per evitare la sciamatura
 
di Luigi Sartor
 
Il nostro esperto apicoltore, Luigi Sartor, dopo aver affrontato il problema della sciamatura artificiale sul numero 7-8/2012 di Apitalia, torna a parlarcene nel numero di marzo 2013: un secondo sistema a tutti gli effetti, dopo le produzioni importanti di Acacia, Castagno e Millefiori. L’intento? Migliorare la percentuale di efficacia dei prodotti attuali. Produrre ottime regine, per sostituire le vecchie. Avere, così, una famiglia forte all’invernamento. Prevenire la sciamatura e ottenere una ottima produzione di miele. Poi si parlerà di invernamento: avviene prima della sciamatura. Siamo in anticipo? Secondo l’autore no, visto che è bene introiettare pratiche che, poi, verranno utili al momento buono
 
Siamo arrivati alla metà di Luglio, periodo in cui la produzione è terminata e dobbiamo combattere la Varroa, il più presto possibile.
Il sistema che ora illustrerò è stato  applicato da me, sulle mie api, ancora 15 anni or sono. Allora, i prodotti  usati risultavano poco attivi per la lotta al temibile acaro, perché la Varroa aveva attivato resistenza ai principi attivi. E’ una messa a sciame caratterizzata dalla divisione a metà della famiglia. Abbiamo bisogno di un cassettino ogni cassa. Si alzano i melari (Foto 1), si toglie la regina e la si mette in una gabbietta che, momentaneamente, metteremo in tasca. Si tolgono dalla Cassa tutti i telaini con covata chiusa o aperta e dopo averli scrollati, di modo che perdano metà  delle loro  api nella vecchia dimora,  si mettono nel cassettino: 6 telaini. Nella Cassa, al loro posto, si inseriscono 2-3 o più  telaini costruiti (che avevamo in magazzino) assieme ai telaini rimasti di scorte, in base alla quantità di api rimaste. Ai lati, si inseriscono due diaframmi e infine si libera la Regina (Foto 2). Metto il fugapi e rimetto i melari. Essi verranno tolti appena si saranno svuotati dalle api. Può essere che altre casse abbiano più di 6 telaini con covata. Utilizzo, quindi, altri cassettini dove ripongo i telaini rimasti. Si consiglia, anzi direi che per la buona riuscita dell’operazione sarà buona norma, portare i cassettini formati a circa 3 Km o più di distanza dalle Casse di provenienza, per evitare che le api ritornino nelle vecchie sedi attirate dalla presenza delle regine. Volendo, le future nuove famiglie si arrangeranno a costruire le celle per la nuova Regina; però, è consigliabile inserire sui telaini un paio di cupolini con larve di qualità, ancora il giorno successivo al lavoro di divisione della cassa (Foto 3 e 4). Eseguito tutto il lavoro, si iniziano immediatamente i trattamenti sia alle casse, dopo aver tolto i melari che ai cassettini. Quindici anni or sono, per i trattamenti estivi, senza blocco di covata, cominciando il più presto possibile, ai primi di Luglio, usavo l’acido formico 85% - 15-20 grammi - su spugnette  poste nel vassoio antivarroa sotto l’alveare: 6-7 interventi ogni 4-5 giorni (ricordiamo che l’Acido Formico non è un prodotto autorizzato del ministero della Salute, ndr). Quattro o 5 anni fa, ho usato sempre l’acido Formico all’85%, con un evaporatore, per la durata di circa 30 giorni, posto tra i telaini e il coprifavo in una camera di evaporazione formata da una cornice di 5-6 cm. L’evaporatore è stato provato circa 4 anni fa in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Apicoltura di Padova, ottenendo ottimi risultati. Purtroppo non più utilizzabile per le nuove disposizioni ministeriali.
L’unico che si avvicina come efficacia e facilità d’uso è l’acido Ossalico sublimato: 1 trattamento ogni 4-5 giorni, per 5-6 trattamenti, finché sul casettino antivarroa non cadranno più varroe. Con la divisione della cassa, si ottiene una efficacia maggiore, rispetto al trattamento della cassa intera. Le api arriveranno così al trattamento invernale. Sempre con acido Ossalico sublimato, in assenza di covata: un trattamento ogni 2-3 giorni, per 2-3 volte, fino a cessata caduta della varroa. Così la famiglia sarà in ottimo stato e a sua volta avrà una buona ripresa primaverile. Quasi tutte le casse e tutti i cassettini saranno in condizioni di produrre l’acacia nell’anno nuovo.
Le casse continuano a crescere con la regina vecchia, mentre i cassettini, dopo l’innesto dei cupolini, dovranno essere controllati  attentamente fino alla fecondazione della regina. Si interverrà con una regina già feconda nel caso restassero orfani. Sia le casse che i cassettini si alimenteranno, se necessario, con sciroppo al 45% di fruttosio con alimentatore a tre fori (Foto 5), aggiungendo 30% di acqua, se fosse necessario a far costruire fogli cerei. In questo caso con alimentatore a tasca (Foto 6).
A questo punto, si inizia la preparazione all’invernamento. Si mettono fuori dal diaframma i telaini vecchi, prima di bruciarli, affinché le api recuperino le scorte che contengono. Quando la covata inizia a diminuire, si incomincia a stringere il nido.
Entro Settembre devono essere formate le scorte perché possano essere opercolate e immagazzinate sui telaini coperti da api e posizionati fra i  diaframmi, al centro della cassa, dietro la porticina invernale. I telaini, devono contenere una buona riserva di polline. Al bisogno, il miele può venire sostituito con lo sciroppo tramite l’alimentatore a tre fori posto sul coprifavo. Il polline, invece, è difficile  sostituirlo. A Novembre, dopo i trattamenti invernali, si potrebbero riunire le famiglie nelle casse, tenendo la regina giovane, con la stessa procedura descritta più avanti. In questo caso, quando la riunione è andata a buon fine la regina vecchia viene eliminata. Io preferisco pareggiarle e tenerle separate fino all’inizio della fioritura dell’acacia. Due giorni dopo l’inizio della fioritura dell’acacia preparo le casse organizzandole: tolgo la regina e la inserisco nella gabbietta con candito assieme a 3-4 api. Porto nella sede delle casse i cassettini con le regine nuove che avevo a tre km, li distribuisco a fianco, o sopra le casse stesse, in base alla loro forza (Foto 7 e 8).
I più forti alle casse piccole, i più deboli alle casse forti.
Il giorno dopo, verso sera, li unisco. Sposto i telaini della cassa orfanizzata tutti da un lato (Foto 9), inserendo il telaino con la regina verso la sponda del lato vuoto; il resto dei telaini, tra la regina e i telaini orfani. Tutti i telaini di covata, assieme alle api che non ci stanno nella cassa, vanno messi nel cassettino che inserisco in altro luogo dell’apiario e vi posiziono la regina vecchia, tolta dalle casse il giorno prima. Essa verrà accettata con facilità, dato che le bottinatrici sono tornate tutte nelle casse rinforzate (Foto 10). Anche questo è un sistema che rinforza la famiglia che deve produrre al momento della fioritura, evitando la sciamatura della cassa e del cassettino. Si facilita ulteriormente l’anti sciamatura pareggiando le casse con i telaini dei cassettini nel mese di Novembre, visto che il cassettino normalmente si sviluppa più della cassa. Le regine giovani finiscono più tardi la deposizione in autunno e iniziano  la deposizione più presto in primavera. Con tali accorgimenti combattiamo meglio la Varroa ed evitiamo la sciamatura in primavera. Con una riserva di cassettini dove, togliendo la regina vecchia e inserendo dei cupolini con larve di qualità, alleveremo delle regine per i bisogni dell’apiario.
 
 
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© Apitalia - Tutti i diritti riservati
Scritto in data 01/03/2013 da Luigi Sartor
 
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