Moria api: È giallo su durata decreto, dubbi sui rischi per Dop [Torna all'indice generale] |
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![]() Si legge sul decreto firmato dal direttore generale della sicurezza degli alimenti e della nutrizione Silvio Borrello: “In attesa si ulteriori e più approfondite conoscenze e al fine di favorire lo svolgimento di ricerche necessarie a fare luce sul complesso fenomeno di spopolamento degli alveari e di moria delle api; ritenuto pertanto di dover procedere in via precauzionale all’emanazione di un provvedimento di sospensione cautelativa dell’impiego per la concia delle sementi dei prodotti fitosanitari contenenti le sostanze attive clothianin, thiametoxan e imidacloprid e fipronil da sole o in miscela con altre sostanze attive: è sospesa in via precauzionale a far data dal presente decreto l’autorizzazione di impiego per la concia di sementi dei prodotti fitosanitari contenenti le sostanze sopra riportate da sole o in miscela. È fatto altresì divieto d’impiego di sementi conciate con prodotti fitosanitari contenti le sostanze attive di cui sopra”. “La sospensione è da intendere come decreto a tempo indeterminato”, spiega al VELINO Gianfranco Termini, funzionario dell’assessorato all’Agricoltura della regione Piemonte, una delle regioni più coinvolte dalla moria di api sia per produzione di mais – coltura per la quale vengono usati i concianti in questione - che per spopolamento di alveari. “Ora inizierà un lavoro di monitoraggio su tutto il territorio nazionale di concerto tra il ministero della Salute e dell’Agricoltura”. Contento per il contenuto del decreto anche il presidente di Unaapi Francesco Panella che spiega al VELINO che “è l’autorizzazione stessa a essere a tempo determinato. E le prossime decisioni saranno prese in funzione di quanto riportato dallo stesso decreto”. Meno ottimista il direttore editoriale di Apitalia, la rivista specializzata del settore, che avanza un dubbio: “Perché non c’è alcuna dicitura a proposito della durata del provvedimento? Non vorrei – spiega al VELINO – che fra qualche mese ci trovassimo di nuovo i neonicotinoidi nei campi”. Dal canto loro la posizione degli industriali della chimica rimane la stessa. E propongono delle misure di mitigazione che “consentirebbero da un lato di ridurre ulteriormente la potenziale esposizione delle api, offrendo ulteriori garanzie agli apicoltori e dall’altro di consentire agli agricoltori di potere utilizzare le sementi conciate con gli insetticidi”. Misure che consistono nell’indicazione sui sacchi di semi conciati di misure precauzionali adottabili dagli agricoltori per ridurre al minimo l’esposizione delle api agli agrofarmaci nella fase di semina; nell’introduzione di test obbligatorio per le ditte sementiere per garantire il rispetto di un limite di polverosità del seme conciato e nelle modifiche alle seminatrici pneumatiche per ridurre al massimo la dispersione di polveri. Anche perché, secondo Agrofarma, l’organizzazione di rappresentanza delle industrie agro-farmaceutiche aderente a Federchimica, “non si comprendono le ragioni della sospensione dal momento che esistono molteplici evidenze scientifiche indipendenti che dimostrano l’assenza di un nesso di causa-effetto tra utilizzo di insetticidi per la concia e moria api”. E lanciano un monito: “Questa scelta avrà ricadute molto pesanti, concretamente significa che i coltivatori di mais non potranno più controllare parassiti infestanti come ad esempio la diabrotica con la conseguente perdita di intere coltivazioni di mais. Basti considerare che, nelle cinque regioni settentrionali, insieme al 92 per cento del mais prodotto, si concentra la produzione del 75 per cento della carne suina, del 73 per cento di quelle avicole, del 79 per cento di quella bovina, del 73 per cento del latte”. Gli industriali della chimica non hanno dubbi: “Si avrà un effetto negativo indiretto sulle produzioni zootecniche nazionali e sulle produzioni tipiche (Dop) italiane di origine animale di maggiore notorietà, pregio e rilievo economico, per la forte dipendenza di queste filiere dalle produzioni maidicole locali”. Il prezzo di questa inutile sospensione, secondo Agrofarma, si scarica quindi tutto su imprese agricole e consumatori. È ancora presto però per tirare le somme per il responsabile economico della Coldiretti Lorenzo Bazzana. “È chiaro che la sospensione dei neonicotinoidi costituisce un problema ai maiscoltori”, spiega al VELINO. “Il mais è propedeutico alla produzione di latte e all’allevamento dei suini. E un calo della produzione potrebbe portare a due alternative: “A una riduzione delle produzioni Dop, oppure a un aumento dei costi di produzione a causa del rifornimento dall’estero”, precisa il responsabile economico Coldiretti. “Ma è ancora presto per fare delle ipotesi e se la Commissione consultiva fitofarmaci ha dato il suo benestare alla sospensione, evidentemente c’è un ragionevole dubbio tra causa-effetto di cui tenere conto”. Si tratta di un problema complesso anche per Confagricoltura: “l’unica certezza, ad oggi, è che l’origine del danno sia dovuta all’interazione di più fattori”, spiegano nel sottolineare che “non esistono ancora evidenze scientifiche univoche e chiare che riconducano ai concianti neonicotinoidi tutta o parte della responsabilità della moria delle api mentre esistano evidenti riscontri del miglioramento che essi hanno apportato in termini di protezione del mais, garantendo elevate produzioni e di qualità”. E nel cercare una soluzione equilibrata tra il mondo dell’apicoltura e quello dell’agricoltura – come ha dichiarato più volte il presidente della Federazione apicoltori italiana (Fai) Raffaele Cirone - Confagricoltura sposa in parte quanto proposto da Agrofarma. “Chiediamo di contenere al minimo la sospensione dei prodotti, visto che le emissioni di polveri all’atto della semina del mais conciato, problema individuato come causa della moria delle api, possono essere drasticamente ridotte con interventi tecnici immediatamente applicabili sulle seminatrici pneumatiche, comprese quelle già in uso presso le aziende agricole e agromeccaniche. È possibile inoltre fornire alle ditte sementiere, in poco tempo, precise istruzioni - attraverso disciplinari da adottare in via obbligatoria - dirette ad abbattere ulteriormente la polverosità del seme conciato. In tal modo il prossimo anno si potrà verificare concretamente l’efficacia delle azioni messe in atto per limitare i rischi potenziali dell’uso di tali prodotti”, concludono da Confagricoltura. Non la pensano però allo stesso modo gli agricoltori della Cia secondo il quale i neonicotinoidi non sono l’unica strada: “Chiediamo a gran voce da molto tempo la sospensione di questi principi attivi”, spiega al VELINO il responsabile economico della Confederazione italiana agricoltori Enzo Mastrobuoni. “Tutti i dati raccolti fino ad oggi dagli apicoltori, dagli istituti di ricerca e dalle regioni, hanno dimostrato quanto questi fitofarmaci siano stati devastanti per il settore apistico. La sospensione – aggiunge – era il minimo indispensabile”. Anche perché, secondo Mastrobuoni, “esistono strade alternative a questa tipologia di principi attivi, molto problematici in agricoltura”. |
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(by Il Velino - Edoardo Spera) | |