Speciale Apicoltori - n. 621, aprile 2012
Gli uomini dell'Apicoltura in Italia
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 • Fabrizio Asioli
In nome della Ligustica
di Roberto Grillini
 
 CARTA DI IDENTITÁ
 nome  Fabrizio
 cognome  Asioli
 età  25
 regione  Emilia-Romagna
 provincia  RA
 comune  Godo
 nome azienda  Apicoltura Asioli
inizio attività  1976
arnie  300
 apicoltura  Nomade e Stanziale
tipo di api  Apis Mellifera Ligustica
 tipo di miele  Acacia
Millefiori
Tiglio
Castagno
 miele prodotto  0 quintali/anno
 
 • L'Intervista
 
Come ha iniziato l'attività di apicoltore?
Mio padre Franco iniziò questa attività, a livello hobbistico, negli anni in cui nascevo, come impegno alternativo alla professione di bancario. La passione per le api, unita al suo spirito imprenditoriale, l’ha da subito stimolato a “crescere” e far meglio. Non a caso, negli anni quella di apicoltore è diventata la sua professione. Per quanto mi riguarda, lo seguo con costanza dall’età di 10 anni quando, come regalo dopo un operazione di appendicite, mi regalò una bella cassetta blu con stampigliato, in grande, il mio nome. Ma ciò che più mi entusiasmava è che la responsabilità della casa era la mia. «Che bello» pensai. Andiamo avanti, altrimenti mi faccio prendere dalla commozione. Certo, sarò sempre grato al papà di avermi trasmesso, fin da subito, la passione e il rispetto per questi piccoli insetti così speciali, facendomi crescere con loro. Finiti gli studi di ragioneria, ho raccolto la sfida di far crescere un’attività coi miei genitori adottando come principi base il bene dell’ape, la ricerca, l’innovazione e come obiettivo finale la soddisfazione del cliente.
 
Come è organizzata la vostra azienda?
Ho la fortuna di lavorare in famiglia, anche se spesso non è semplice, si sa i conflitti figli genitori c’erano già ai tempi dei tempi. Al di là di tutto, direi che siamo abbastanza complementari: io mi occupo della produzione di api regine e nuclei, mio padre della produzione di miele. Eppoi, visto che mi ha fatto capire l’unione che pulsa nel mondo delle api, risulta chiaro che siamo sempre pronti a darci una mano, a vicenda. Organizzati in questa maniera, ognuno segue i propri ambiti di competenza e riusciamo a gestire al meglio l’attività e le varie incombenze.
 
Parlaci della produzione di api regine
Questa è l’attività che da sempre mi ha affascinato. Selezionare le migliori madri, fare i traslarvi, marcare e ingabbiare regine è per me una grande passione. Diversamente dalla maggioranza degli apicoltori, alleviamo api regine in nuclei col favo standard da 2-3 telaini, in base alla stagione. Questo metodo, da una parte ci penalizza molto come numeri di produzione a fine anno (sia come regine prodotte sia come costi di gestione). La ragione? Nuclei così grandi necessitano di tante api per essere formati e inoltre c’è un notevole dispendio di tempo per cercare, trovare e ingabbiare le regine. Però a fine stagione ci consente di avere un consistente numero di nuclei da invernare e di averli, così, pronti per la stagione successiva. Andando poi a catturare le regine solo con covata opercolata, in nuclei densamente popolati, abbiamo la sicurezza della buona fecondazione e della qualità della regina. La regina in queste condizioni è accudita e nutrita in maniera adeguata per tutto il periodo di permanenza nel nucleo di fecondazione. Questo metodo di lavoro è molto apprezzato dai nostri clienti che ci danno lo stimolo a continuare sulla strada della qualità.
 
Che cosa ci dici della scelta di razze diverse in giro per l’Italia?
Credo che l’unica ape che ha sempre unito l’Italia sia la Ligustica. In più è nata qui e da sempre è presente nel nostro territorio. E’ apprezzata in tutto il mondo per la sua produttività, mansuetudine e la sua capacità di adattamento. Noi spediamo regine dalla Sicilia alla Finlandia e, pur con climi opposti, riusciamo a soddisfare la nostra clientela. Credo che ultimamente gli apicoltori e anche la politica stiano finalmente comprendendo l’importanza della salvaguardia della razza Ligustica, dopo anni sciagurati di importazioni selvagge di ibridi, solo per la teoria che l’erba del vicino è sempre più verde. Spero che col tempo continui questa presa di coscienza e si capisca il lavoro di miglioramento genetico che si è fatto negli anni, alla ricerca di regine sempre migliori.
 
Quindi le vostre regine sono di razza ligustica certificata?
Assolutamente sì, ci avvaliamo delle analisi morfometriche effettuate dall’INA-CRAI e della successiva certificazione dell’Albo Nazionale degli allevatori di api regine. Siamo, inoltre, associati all’A.I.A.A.R. (Associazione Italiana Allevatori Api Regine) che, oltre a rappresentarci con le istituzioni, vigila sul rispetto di un protocollo di produzione, fondamentale per avere regine di qualità e per la salvaguardia della razza Ligustica.
 
Speranze per il futuro?
L’apicoltura è un mestiere difficile, seppur bellissimo. Dobbiamo sottostare alle leggi della natura che sono in continua evoluzione, abbiamo bisogno, quindi, di essere dinamici e chi ci governa deve fare scelte che supportino il nostro lavoro.La nostra categoria necessita, urgentemente, di studi sulle varie patologie con particolare attenzione alla lotta alla varroa e al monitoraggio dei prodotti utilizzati in agricoltura con relativi avvelenamenti. Elemento essenziale, poi, per una moderna apicoltura sarebbe l’adeguamento del Regolamento di Polizia Veterinaria ai problemi attuali. Il motivo è semplice, ancora oggi l’apicoltura viene assimilata ad altre categorie di allevamenti che nulla hanno in comune. Tutto ciò può essere superato solo col lavoro comune, con Associazioni forti che vadano nella stessa direzione, lasciando da parte vecchie logiche di partito che, di fatto, hanno affondato la nostra bella Italia. Forza, ragazzi, c’è bisogno del lavoro di tutti!
 
 
 • Le immagini di questa intervista (click per visualizzare)
Fabrizio Asioli
 
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