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 Ambiente
Allarme api avvelenate
 
di Luciano De Biasi
 
Continua la Campagna di Apitalia per salvare le api dal rischio estinzione. Una Campagna che dà i suoi frutti e che vede ogni giorno l’adesione di autorevoli personalità del settore. In questo servizio pubblichiamo un questionario relativo alla moria di api e invitiamo gli apicoltori a segnalarci la situazione della zona di appartenenza
 
Cosa stiamo facendo in Europa e in Italia perché la moria di api che sta imperversando in Europa e negli Stati Uniti non porti all’estinzione delle api e di riflesso alla distruzione della diversità botanica che è dovuta proprio alla preziosa opera di impollinazione portata avanti dalle api? A dire il vero ben poco. Troppa disattenzione verso una agricoltura che irrora nell’ambiente un arsenale di fitofarmaci che non ha ragione di essere e che fa ecatombe di api. Non si leggono misure capaci di bloccare queste tecniche dissennate: si spara sulle piante con il cannone, mentre sarebbe sufficiente un semplice tiro di cerbottana.
La mente torna alle celebri “Grida” di Manzoniana memoria (basta andare a sbirciare nei Promessi Sposi). Vi chiederete. Tornano di moda le Grida Manzoniane? E sì che tornano di moda: è tutto un tuonar di divieti contro l’uso di pesticidi durante la fioritura delle piante, per non danneggiare le api (le autorità sono pronte a mostrare i divieti e gli obblighi), ma in realtà nessuno è intenzionato a muovere un dito. Ci sono anche altri che fanno crociate in favore dell’ape italiana e poi ben poco fanno per difenderla. In molti casi sono chiacchiere di facciata. Basta con battaglie vuote, rimbocchiamoci le maniche e salviamo le api. Il mondo è multirazziale e quello animale non si è mai posto il problema.
C’è da aggiungere che l’allarme è già stato sollevato in Francia qualche anno fa e sono ormai diversi anni che anche i nostri apicoltori si lamentano. Ci fu un tempo in cui il miele scorreva a fiumi. Fra le piante selvatiche francesi, dice il giornale Le Monde, 22.000 dipendono per la riproduzione dall’impollinazione delle api.
Ad ogni primavera un quarto degli alveari francesi perde i suoi abitatori, facendo temere l'estinzione degli insetti. Responsabili principali, denunciano gli apicoltori, sono i cosiddetti insetticidi “sistemici” e in particolare puntano il dito contro il famigerato “Gaucho”, commercializzato da oltre 10 anni. Basato sulla molecola attiva di imidaclopride, esso non viene cosparso in polvere sulle colture ma inglobato nei semi di girasole, grano, mais e rilasciato nel corso della crescita. Metodo che riduce il dosaggio e la dispersione, ma, si è poi appurato, accresce la persistenza nei fiori e nel polline oltre che nel suolo.
Le api sono vulnerabilissime alla molecola anche alle dosi più basse, inferiori a tre particelle per miliardo. Produttori del preparato e, meraviglia, anche i concorrenti negano la responsabilità del formulato.
La questione è davanti alla commissione europea. Quanto agli Stati Uniti un apicoltore intervistato dichiara che hanno già perso l’80% delle loro api. Insomma, la sofferenza in cui versa il settore è palese e le istituzioni dovrebbero cogliere i segnali di allarme senza stare ad aspettare che l’opinione pubblica facesse la voce grossa e metta finalmente in moto senza inutili e pericolosi ritardi, la macchina della prevenzione.
Non si lavora solo per contentare un movimento di opinione ma per la salute di un sistema ove le api rappresentano le fondamenta.
“Le api sono ben più importanti per la natura di quanto pensiamo, l’uomo senza api non potrebbe vivere e non solo per la mancata  impollinazione delle mele o per l’assenza del miele ma per i misteri della natura, assai più profondi che vengono alterati” parola di Rudolf Steiner.
Chi scrive è membro attivo del WWF Veneto e proprio nella nostra zona la strage di api è in atto da anni ma alla fine siamo riusciti ad ottenere importanti risultati. Il problema delle stragi di api si ripete continuamente nella nostra provincia e sono frequenti le denunce di apicoltori che hanno visti distrutti i loro alveari a causa di veleni sparsi sui vigneti. Già qualche anno fa numerose denunce erano state fatte dagli apicoltori del Montello. L’idea di diffondere ancora una volta l’allarme è stata mia su sollecitazione, però, del vostro abbonato, apicoltore, De Luca Anacleto Mario di Cison di Valmarino che è stato il protagonista principale della denuncia contro lo spargimento dei pesticidi contro le zanzare mediante l’elicottero intorno ai laghi di Revine e Tarzo.
L’apicoltore De Luca (ma anche gli apicoltori danneggiati) si sono risentiti contro l’atteggiamento della loro associazione di appartenenza che, dopo aver minacciato di agire legalmente, si è improvvisamente ritirata (senza spiegare il motivo) dal tavolo tecnico istituito allora dai Sindaci dei due Comuni di Revine Lago e Tarzo e hanno sollecitato un più incisivo e concreto appoggio nella tutela della loro attività da parte dell’associazione. E i risultati non si sono fatti attendere.
Solo grazie alla loro caparbietà e, con l’appoggio del WWF, sono riusciti a bloccare i trattamenti già previsti e a far mettere al bando i pesticidi incriminati. Ora voglio segnalare altri importanti risvolti. Gli apicoltori Gino Fregonese e Giuseppe Dal Gobbo hanno vinto la causa intentata contro il Comune di Revine Lago, riguardante il risarcimento del danno causato dalla strage di api provocata da un insetticida irrorato con l’uso di un elicottero sopra i laghi di Revine e Tarzo e nelle immediate vicinanze dove si trovavano numerosi alveari di apicoltori locali.
Il Comune di Revine Lago è stato condannato dal Tribunale di Treviso a risarcire i danni causati dall’insetticida utilizzato contro le zanzare che ammontano a circa 10.000 euro ai quali si aggiungono le spese per altri 8.000 euro. Le api sono rimaste uccise dal “phenotrin”, un veleno che è stato dichiarato dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie “molto tossico sia per le api che per i pesci”. L’allarme è stato lanciato dall’apicoltore Mario Anacleto De Luca di Cison di Valmarino, considerato un grandissimo esperto in materia di apicoltura ed i cui mieli hanno vinto numerosi premi nazionali per la loro purezza e bontà, che è intervenuto sulla segnalazione dei colleghi. Ha visitato gli alveari ed ha raccolto i campioni di api morte ed ha documentato fotograficamente sia i danni che l’elicottero in azione.
Gli apicoltori, attraverso la loro associazione APAT, avevano ottenuto degli incontri con i Sindaci dei Comuni interessati di Tarzo e Revine Lago,  rappresentanti dell’ASL 7 e del servizio Veterinario della Regione Veneto che però non erano giunti ad alcuna conclusione. L’apicoltore De Luca, che è anche socio WWF, ha allora ha chiesto il mio intervento, quale rappresentate locale del WWF. Dopo essermi documentato sugli effetti dell’insetticida attraverso le strutture del professor Giorgio Celli, docente nell’Istituto di entomologia agraria presso l’Università di Bologna e coordinatore del gruppo di ricerca sulle alternative ai pesticidi in agricoltura, ho potuto appurare che si trattava di giuste rimostranze. A questo punto la Direzione del Servizio Sanitario Regionale procedeva all’immediata sospensione dei trattamenti.
I due apicoltori Dal Gobbo e Fregonese decidevano di perseguire i Comuni con la richiesta di risarcimento dei danni che, assistiti dallo Studio Legale Lorenzetto & Martelli di Pieve di Soligo, hanno visto emergere le loro ragioni e si è quindi conclusa positivamente.
Questa storia triste insegna come sia facile incorrere in distruzioni ambientali che potrebbero essere evitate con una minima attenzione e approfondimento degli affetti prima che queste azioni scellerate siano messe in atto.
La lotta alle zanzare viene effettuata in molte zone acquitrinose, ad esempio nelle valli di Comacchio, nelle risaie Piemontesi, ecc… Ci sono istituzioni quali il Centro Agricoltura e Ambiente di Crevalcore (BO) che operano da moltissimi anni in questo campo ed hanno acquisito un’esperienza notevole da cui è possibile attingere per programmi di lotta biologica integrata alla zanzara, per esempio individuando i focolai, monitorando i cicli di riproduzione delle zanzare, colpendo in modo particolare le larve utilizzando “bacillus thuringensis var. israelensis”. I laghi di Revine e Tarzo sono stati dichiarati SIC (Siti di Importanza Comunitaria) per la ricchezza della loro biodiversità, la fragilità di questo ambiente è ben nota e quindi si impone la massima attenzione in ogni intervento.
Alcune Associazioni locali si stanno adoperando per agevolare la nidificazione e il popolamento di pipistrelli, antagonisti della zanzare di cui si cibano durante i voli notturni, così pure aiutando i rospi (bufo-bufo) ad attraversare la statale senza essere schiacciati dalle auto per popolare le sponde e la zona umida della “Tajada” e quindi cibarsi delle larve delle zanzare come fanno i pesci dei laghi di cui si nutrono in grandissima quantità.
 
 
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Una foto panoramica della Valsana (TV) dove sono stati riscontrati gli avvelenamenti descritti nell’articolo.
 
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© Apitalia - Tutti i diritti riservati
Scritto in data da Luciano De Biasi
Referente WWF Veneto Gruppo “Vallata”
 
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